Compio 1 anno, nuovamente
Quando compii un anno per la prima volta, ovviamente non lo ricordo come momento, ma so che avevo appena rischiato di restarci secco. Perchè? Non si sa bene, avevo iniziato a stare poco bene, non mangiavo, avevano fatto diverse ipotesi, la piu accreditata delle quali era encefalite. Stavo sempre peggio, non a caso ho scoperto questa cosa guardando un giorno, tantissimi anni fa un album di famiglia, dove avevo delle foto completamente rasato e poi una in particolare con l’aloncino chiaro agli angoli, il suo scopo era chiaro e lampante. Arrivai, a quanto mi è stato detto, fino ad avere l’encefalogramma praticamente piatto anche se non so per quanto. Poi la rinascita, tornai a mangiare e la vita risbocciò. Oggi faccio un anno nuovamente, il 19 Ottobre 2010 un dottore in un ospedale di Monaco entrò nella mia stanza, mettendo fine alla mia prima (o forse era già la seconda) vita.
Qualche visitatore del blog ricorderà che tempo fa stavo notando la mancanza di un libro dal titolo “Lo Zen e l’arte di Vivere con il Cancro”, bè ho preso coraggio e da un paio di mesi sto scrivendo qualche cosa. Se finirà per essere un vero libro o un insieme di pensieri e racconti (di malattia, di vita ma anche quelli di corsa non potevano certo mancare) si vedrà . Fortunatamente siamo nell’era del digitale, quindi in un modo o nell’altro finirà sul mio blog, cartaceo stampato da me, digitale, si vedrà , non è importante. Mi ci vorrà ancora un po, ma spero di non dover avere fretta.
Ecco dicevo di quel dottore, metto qui sotto il primo paragrafo di questo manoscritto che sto piano piano riempiendo, che riassume come successe che mi trovai in una nuova vita da un momento all’altro il 19 Ottobre del 2010!
Seduto nel letto con le cuffie, un po di musica e la semplice attesa, questo era un pomeriggio in ospedale, aspettando che i medici dessero un’occhiata alla Tac fatta la mattina. Dovevano capire come mai questi batteri polmonari non ne volessero sapere di farsi ripulire dagli antibiotici provati nelle tre settimane precedenti.
Non c’è attesa spasmodica, ma certamente si, c’è la curiosità di sapere di che si tratta per capire quante settimane mi serviranno per debellare il problema, sperando che questa resistente forma di polmonite non fosse troppo aggressiva.
Il dottore infine entra, cavo le cuffie e faccio per alzarmi, lui già mentre si prende una sedia per sedersi vicino a me, dice:
“We don’t have good newsâ€
Siedo nel letto e aspetto la seconda ondata di informazioni, che infezione è?
Così grave? Penso! Ed il dottore pronuncia quelle parole che nell’arco di un secondo cambieranno, o meglio termineranno repentinamente la mia vita iniziata circa 37 anni prima.
“We think it’s Cancerâ€
E questa è una vera notizia negativa, non ci sono modi per girare attorno al concetto, non c’è modo di descrivere la sensazione. Cado dalle nuvole, non avevo seriamente pensato che potesse essere un cancro e questo mi ha reso indifeso contro un pugno nello stomaco, si virtuale ma allo stesso tempo dritto al segno, ko al primo colpo.
Mi rendo conto di sbiancare leggermente.
riesco solo a dire: “This is a newsâ€
ed il dottore: “I understandâ€
e poi io, nuovamente: “I think I need to lie downâ€
mentre mi appoggio sul letto, semi sdraiato.
Ed ecco nato il nuovo me, generato e partorito dal me di 10 secondi prima, la stessa persona in tutto e per tutto, esperienza, idee, carattere, ma che deve ripartire da capo. Quel me spensierato e che non era riuscito nemmeno ad ipotizzare di poter avere una notizia del genere dal dottore, non c’è più.
Entro in un limbo, dal quale uscirò solo mesi dopo, certamente cambiato.
L’istinto reagisce in fretta, e subito infila le unghie davanti a sè, dritto nel muro che si è erto davanti all’improvviso, aggrappandosi con forza.
“Operiamo ed asportiamo?â€
“Non è operabile, troppo grande e troppe metastasi sparse ovunque nei due polmoniâ€
“Radioterapia?â€
“Non è possibile fare radioterapia, perché non può essere fatta in modo così massiccio e diffusoâ€
“Trapianto?â€
“Non è praticabile in questi casi, nessuno ti metterebbe il listaâ€
Accuso il colpo, ma io mi sento bene, insomma non sto male. Ci sarà pure qualche cosa da fare. Sto appena alzando la testa dal primo ko, che arriva un altro dritto, il Dottore riparte:
“Ci sono una serie di macchie sulle vertebre, non sappiamo se sono una normale degenerazione ossea oppure se può essere altro, dobbiamo indagare.â€
“Io corro tanto, negli ultimi 6 anni, da inizio anno ho fatto più di 2000kmâ€
“Dobbiamo indagare, con queste masse nei polmoni, potrebbero essere metastasi osseeâ€
La quantità e importanza delle informazioni è tale che riesco a fare solo domande un po scontate, l’istinto cerca in prima istanza una via di fuga, un appiglio, come se fosse possibile avere una soluzione li, pronta ad essere usata, ma della quale i medici inspiegabilmente non si erano resi conto. Le unghie scivolano verso il basso, il muro non da appigli.
Il dottore infine se ne va, posso incontrarlo nuovamente verso le 4, quando la mia ragazza, Rosi, potrà essere presente. In modo da poter parlare in Tedesco, nel caso in cui volessi spiegazioni più dettagliate.
Rimango solo nel letto, “We think it’s cancerâ€, questa mi mancava. Mi sento pesante e leggero! Pesante perché sono arrivato in piena velocità in questa curva, e c’è un muro spesso e alto che blocca la strada, non ho potuto nemmeno frenare, mi ci sono schiantato dentro a tutta velocità !
Leggero perché si profila una sfida lunga e difficoltosa, e come tutte le sfide del genere sono quelle che danno senso alla vita, danno momenti di crisi nera e di gioia immensa. La vita mi concede un grande pericolo ed una grande opportunità , pesante e leggero mi avvio nel corridoio per telefonare alla mia ragazza, Rosi deve sapere subito.
E poi telefonerò a mio fratello. Non posso dire al telefono ai miei genitori che ho un cancro, per giunta in entrambi i polmoni, per giunta non operabile, per giunta con possibili metastasi alle vertebre. Dovrà andare lui di persona, e parlargli faccia a faccia.
ps: bè, dimentico la canzone in allegato e non mi dice niente nessuno eccola qua, il tempo cambia tutto, ma oggi (anche ieri, domani chi lo sa) questa è la migliore canzone metal di sempre per correre … non si può spiegare, trascinante, epica, cattiva, veloce, poche pause e tanti crescendo, ruvida e melodica, mi scoccia solo averla scoperta da poco, non vedo l’ora di averla alle orecchie per un bel percorso collinare o boschivo e darci dentro a tutta.