Archive for the ‘ Energia ’ Category

Energia: La piú grande centrale termina solare attiva dal primo ottobre in Spagna

510.000 metri quadrati di pannelli e produce 50 Megawatt fino a 7.5 ore dopo il tramonto. Quando c’é la motivazione e l’intenzione di fare le cose, se ne fanno di incredibili. Questa poi forse non é nemmeno incredibile, é solo questione di volontá, ovviamente l’Italia dorme e parla di nucleare.

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Full Story from Spectrum.ieee.org

1 October 2008—A few weeks from now, the Andasol 1 solar thermal power plant in Andalucía, Spain, will begin charging the largest installation built expressly for storing renewable energy (other than the tried-and-true hydroelectric dam, of course). Heat from the solar thermal power station’s 510 000-square-meter field of solar collectors will be stored in 28 500 tons of molten salt—enough to run the plant’s 50-megawatt steam turbine for up to 7.5 hours after dark.

It’s pretty strange for solar power to generate electricity in the dark. Stranger still for a renewable-energy project is the fact that Andasol 1′s developers—German renewable-energy firm Solar Millennium and Madrid-based engineering and construction firm ACS/Cobra—believe the energy storage that makes the plant’s output more predictable will also make it more affordable. The developers say Andasol 1′s electricity will cost 11 percent less to produce than a similar plant without energy storage—dropping from 303 euros per megawatt-hour to 271 euros per MWh.

The lower cost of production is actually a by-product of Andasol 1′s energy-storage system, according to Paul Nava, a managing director of Flagsol GmbH, the Cologne, Germany–based engineering subsidiary of Solar Millennium that designed the plant. Nava says storage is a means of maximizing the net energy production from each plant and thus maximizes the revenues paid under Spain’s generous incentive program for renewable-energy generation. A feed-in tariff for solar thermal power pays 2.5 to 3 times the average power price for every MWh of energy generated for 25 years (though new rules will reduce the rate for future projects) but limits the capacity of qualifying facilities to 50 MW. Storage enables Andasol 1 to run its 50-MW turbine for more hours.

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Energia: fosse tutto vero … be, risolveremmo anche l’innalzamento dei mari magari no?

Antonio mi segnala questo video, per sbaglio un tale é riuscito aD ottenere tramite onde elettromagnetiche, la combustione di acqua salata. Spero solo che l’energia per generare quelle onde elettromagnetiche non sia superiore a quella ottenuta dalla combustione.

Energia: un rete planetaria di raccolta di energia rinnovabile

Global warming o meno, anche facendo finta che il riscaldamento del pianeta non sia dovuto alla nostra passione per la combustione, il punto é un altro. Basta con i combustibili fossili, di difficile estrazione, che vanno poi trasportati, lavorati, bruciati. Creano dipendenze regionali con conseguenti conflitti, lotte militari, e finte esportazioni di democrazia. Una rete planetaria di sfruttamento delle risorse rinnovabili darebbe energia per tutti 24 ore al giorno. Sole, aria, acqua, solo per cominciare, e usate bene il realtá basterebbero e avanzerebbero!

Segue la trascrizione dell’intervento!
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Grillo: ascoltatelo prima di criticarlo

Visto che sta diventando una moda criticare Grillo senza nemmeno sapere cosa dice … metto questi video. Mi piacerebbe ogni tanto sentire su di lui una critica basata su quello che dice, non sui luoghi comuni che informazione a politici (da lui contrastati) fanno circolare su di lui.

Conferenza stampa del monnezza day, 1 di 5:

2 di 5:

3 di 5:

4 di 5:

5 di 5:

ps: in questi 4 video Grillo dice più cose serie e utili per economia, energia ed in generale per l’Italia, di quasi tutti i politici italiani nelle ultime 2 legislature.

Energia: picco di produzione del petrolio nel 2007? Fosse vero!!!

Certo sarebbe una notizia “tosta”, ma per il bene del pianeta in generale, alla lunga sarebbe una notizia positiva. Già poco tempo fà mi ero spinto addirittura a scrivere qui un sunto di un bellissimo numero di Limes, “Il Clima dell’Energia”. In quel numero si parlava del possibile picco di estrazione del petrolio fra il 2012 ed il 2020, mentre leggo ora un articolo che parla di un picco anticipato al 2007, rispetto ad un’altra stima che parlava del 2011. E non solo parla anche di un decremento della produzione più accentuato rispetto ad altre teorie. Comunque questo è il link! Per il nostro pianeta appunto sarebbe un impatto tosto, ma credo che i meccanismi che andrebbe a smuovere sarebbero positivi alla lunga. Primo una fortissima spinta alle Energie alternative, e di conseguenza la possibilità di spingere per fonti energetiche da sviluppare il loco, stemperando così molti dei motivi di tensione geopolitica mondiale. Quasi quasi spero che sia vero!

Allego il testo completo dell’articolo …
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Gli Inceneritori sono un PACCO!!!

Il Clima dell’Energia: sunto con pensieri annessi

Mi permetto di pubblicare un sunto/commento di alcuni concetti e informazioni che mi sono rimaste in mente con la lettura di “Il clima dell’energia”, Limes numero 6/2007, vedi il post relativo, che poi solo ora che sono andato a pescare il link, mi rendo conto che e’ quello precedente a questo, :)

La gestione delle materie prime e dell’energie del pianeta, oltre ad essere un complicato problema relativo alla scoperta e commercializzazione delle stesse, si intreccia fortemente con gli equilibri geopolitici. Volendo fare un quadro veloce a punti, l’energia e’ suddivisa in produzione di energia elettrica da una parte, ed in energia necessaria per il trasporto dall’altra. Tutti e due importanti, ma con mercati abbastanza separati e previsione soprattutto molto diverse per il futuro.
Le risorse fra certe, stimate, previste, indicano in generale che ci sia:

- petrolio per 40 anni (con il dubbio tecnologia per le riserve piu difficoltose da estrarre)
- gas naturale per 70 anni (con l’incognita dei costi e metodi di trasporto)
- carbone per quasi 200 anni (con l’incognita delle emissioni di CO2)
- uranio per 30/40 anni (pare senza grosse possibilita’ di estensione)

Ovviamente queste cifre nude e crude dicono poco.

In primis il petrolio,
le stime sono contradditorie e varie, alcune associazioni/nazioni/compagnie hanno interesse a gonfiarle, mentre altri al contrario a tenerle piu’ caute. Inoltre, anche se tutti fossero in buona fede il petrolio presto avra’ un picco di produzione, dopodiche’ potranno soltanto essere le qualita’ delle tecnologie a mantenere la produzione. Infatti molti pozzi avranno una estrazione piu difficile e le tecniche per ottenere il petrolio piu difficile sono ancora da sviluppare. Si prevede quindi che il picco
del petrolio avverra’ molto presto, fra il 2012 ed il 2020 al piu tardi, dopodiche’ il petrolio distribuito calera’, e di conseguenza le produzioni di energia si dovranno differenziare.

Poi c’e’ il gas,,
con piu riserve ma di piu difficile gestione e soprattutto trasporto. C’e’ per ora una guerra strategica per il trasporto, che e’ ancora piu vincolata e limitata del petrolio. Per il trasporto del petrolio, e’ importante il controllo militare delle rotte principali (Suez e stretto di Malacca su tutti
ma presto anche il nuovo passaggio a Nord grazie allo scongelamento del polo Nord). Chi se lo garantisce si assicura il passaggio delle petroliere, chi non le controlla puo’ solo affidarsi agli altri, e sudendo le conseguenze. Questo spiega tante mire simil-”espansionistiche” degli USA, della Cina ed altri. Non c’e’ un nuovo colonialismo, ma solo una necessita’ di avere basi militari nei posti giusti, od almeno a tiro di portaerei. Per il gas attualmente i gasdotti sono il metodo quasi unico, quindi chi vuole il gas (e dall’altra parte chi lo vuole vendere), deve mettersi in condizione di fare (o imporre) accordi per costruire i gasdotti, facendoli passare per nazioni che anche in futuro potra’ tenere a bada. Questo per evitare ripicche di qualsiasi tipo, in caso di disaccordi futuri nelle relazioni fra paesi. Un esempio lampante e’ la Russia e l’Ucraina, nella fornitura di gas all’Europa. Un gasdotto passa dall’Ucraina e rifornisce l’Europa. Se la Russia non sa tenere in scacco l’Ucraina con ricatti piu o meno moralmente accettabili, rischia il suo contatto con l’Europa, cosi l’Europa dall’altra parte, e’ combattuta fra il cercare un’alternativa al gas Russo, senza pero’ inimicarsi la Russia che per ora e’ un fornitore insostituibile per l’Europa. Allo stesso modo l’Europa deve stare attenta ai rapporti con l’Ucraina, non deve farla ricadere sotto il controllo della Russia ma allo stesso tempo spalleggiare troppo un distacco dell’Ucraina dalla Russia farebbe certamente innervosire la Russia con possibili minacce sulla forniture di gas. Su questo fronte, le concessioni verbali dell’Europa verso la Turchia, nel processo per farla entrare nella UE, fa pensare alla questione gas. C’e’ un piano per un gasdotto, che andrebbe da Trieste verso la Turchia consentirebbe all’Europa di avere una fornitura di gas che non dipenderebbe dalla Russia, niente male per l’Europa, poco bene per la Russia, che per quanto puo’ certamente sta osteggiando il progetto. L’altra cosa relativa al gas e’ la sua liquefazione per congelamento con la relativa rigassificazione. In pratica si mette il gas in navi adeguate per il trasporto in forma liquida, a destinazione il gas viene riportato allo stato gassoso ed immesso nella rete di consumo oppure bruciato per produrre energia elettrica. La Russia ovviamente vuole tenere i suoi privilegi di fornitore via gasdotto, mentre l’Europa farebbe bene ad avere abbastanza gassificatori, per darsi la possibilita’ di slegarsi dalla fornitura Russa in caso di problemi politici e/o economici.

Il carbone,
prima di tutto ce n’e’ tanto, la fonte fossile piu ricca. E’ meno comodo del petrolio da estrarre ma e’ abbondante, purtroppo produce piu CO2 del petrolio stesso. Ovviamente chi lo ha in casa lo usa, perche’ altrimenti dovrebbe andare a comprare petrolio altrove. Quello che ora sta rilanciando il carbone e’ duplice, primo la sua abbondanza, quindi tanti paesi che non hanno petrolio o ne hanno poco, hanno carbone (gli USA da soli hanno piu riserve di carbone di Russia e Cina insieme). Il secondo fattore e’ la tecnologia, oggi si parla, anche in Italia, di carbone pulito. Non perche’ ne abbiano scoperto un tipo che bruciando non inquina, ma perche’ la tecnologia sta promettendo, per i prossimi 3/5 anni gia’ qualche cosa dovrebbe essere pronta, dei sistemi per catturare la CO2. Si creerebbero cosi delle centrali elettriche a carbone, che catturano la CO2 prodotta, permettendo cosi di avere energia dal carbone senza produrre CO2 oppure con emissioni molto basse. Purtroppo questo fronte si basa su miglioramenti tecnologici non ancora effettivi, anche se probabili. La cosa pero’ meno sicura non e’ riuscire a catturare la CO2, questo pare che si fara’, ma come stoccare poi il risultato della cattura. Si parla del fondo degli oceani e cose simili, ma non c’e’ la sicurezza che questi metodi non comportino il rischio che il contenuto venga in un qualche momento poi liberato nell’atmosfera. A mio parere, e’ quindi un campo da tenere come potenziale, ma su cui puntare decisamente solo quando l’efficienza della tecnologia sara’ sufficientemente garantita e i metodi di stoccaggio affidabili.

Una nota per il nucleare,
pare non avere piu futuro (si parla di fissione, per la fusione nucleare si spera di avere buone news fra 15/20 anni. Personalmente spero che il progetto Iter, sponsorizzato da un consorzio europeo dia buone news in 10 anni). Di uranio pare essercene per massimo 40/50 anni, e se decidi oggi di fare una centrale, quella inizia a produrre fra 10 anni, poi quando la chiudi ti servono altri 10/15 anni per smantellarla. Insomma pare proprio che quel Nucleare, usato oggi sia una tecnolgia morta, ovvio, chi le centrali gia’ le ha fa bene ad usarle finche’ ha Uranio, ma anche i costi sono nettamente superiori ad altre alternative, resta il non rilascio di CO2, volendo dimenticare i rischi di incidente.

E le rinnovabili?
Le dinamiche sono tante e i feedback sulle scelte degli altri vari e imprevedibili, lo stesso prezzo alto del petrolio in questo momento credo sia una manna per le speranze degli ecologisti, la spinta verso fonti alternative con un barile a 100 dollari e’ fortissima. Infatti dimenticando il settore trasporto, nel settore energia elettrica le fonti rinnovabili sono gia’ competitive ed hanno gia’ una quota rilevante del mercato mondiale. Idroelettrico, solare ed eolico con il petrolio a 100 dollari al barile trovano investimenti come non mai. Purtroppo ci si deve confrontare con il tempo, la Cina sta costruendo una nuova centrale a carbone ogni settimana, 10 giorni, mentre gli USA stanno spingendo per la creazione di tantissime nuove centrali a Carbone. L’industria del carbone USA e’ quella che sposorizza di piu la politica, in proporzione ai proprio introiti, arrivando a dare addirittura un 5% del proprio fatturato, una cifra incredibile (spiegabile con i 250 miliardi di medtri cubi di riserve di carbone degli USA, in pratica al consumo attuale, potrebbero mantenersi per 200 anni solo con quello).

e i Biocombustibili?
Dall’altro lato sull’energia per il trasporto stanno emergendo i biocombustibili. Questi hanno un grosso problema, l’impatto ambientale e gli equilibri economici che causano. Infatti se si trasformano x-milioni di kmq di terreno ad agricoltura per i carburanti, gli squilibri del mercato agricolo possono portare a conseguenze molto gravi, prima fra tutte alzare i prezzi del cibo. I rialzi italiani di pane e pasta sono seguito dei rialzi in tutto il mondo occidentale di alcuni generi alimentare, come il mais (anzi in alcuni paesi del sudamerica sono aumentati del 200% e piu, e non del 10% come in Italia). Inoltre dei 20/30 tipi di biocombustibili, in teoria sbandierati come
rinnovabili, parecchi si dimostrano peggiori del petrolio nel bilancio totale dell’inquinamento.
Infatti i campi vanno arati, seminati, curati, il prodotto raccolto, poi trasporato lavorato e si ottiene il combustibile. Inoltre sempre una combustione c’e’ al termine, quindi CO2 viene rilasciata. Solo alcuni dei biocombustibili paiono nettamente migliori del petrolio, ma pare che le colture piu spinte per ora, come il mais, non siano fra queste. Quindi a mio parere i biocombustibili sono rinnovabili con riserva. Questo perche’ se per usarli disintegri biodiversita’,
il ciclo agricolo e prosciughi i fiumi per irrigare, poi la rinnovabilita’ te la giochi in 10/15 anni. Secondo solo alcune colture sono sostenibili, cioe’ riducono quanto serve la produzione di CO2. Un’alga pare la migliore, viene coltivato un segmento di oceano, e queste alghe crescono in modo smisurato, inoltre mentre crescono assorbono CO2. Una volte raccolte ed assicate, producono quantita’ immensamente superiori di biocombustibile rispetto alle piante terrestri.

Previsioni infauste ma forse no,
tirando somme quasi impossibili da tirare, alcune previsioni superpessimistiche forse lo sono troppo. E’ impossibile dire se il riscaldamento del pianeta sia causato dall’uomo, ma sopratutto in che percentuale, ed ancora piu’ impossibile e’ essere certi se e’ troppo tardi o meno per cambiare qualche cosa. Il trend della popolazione terrestre e’ lontano da passate previsioni apocalittiche. La crescita della popolazione e’ da tempo in diminuzione e ogni seria previsione indica il picco fra 8.5 e 10 miliardi di abitanti, attorno al 2050, seguito da una fase di stabilizzazione della popolazione su quelle cifre. Le capacita’ di migliorare la produzione agricola sicuramente fanno pensare che sarebbe possibile vivere in 10 miliardi (qualcuno dice che in teoria anche 35 miliardi potrebbero vivere sulla terra) ma il problema sta nel gestire l’energia. Non c’e’ posto di certo per 10 miliardi se consumano come gli statunitensi di adesso, ma anche se consumassero come gli italiani di oggi sarebbe un problema. C’e’ pero’ spazio per 10 miliardi che consumano meno, e l’ottimizzazione dei consumi e’ gia’ in atto da tempo, quindi piu che possibile (cioe’ gia da tempo alcuni paesi aumentano il consumo di energia di meno risetto all’aumento di popolazione, cio’ significa che stanno migliorando il consumo pro capite. L’Europa e’ la migliore da questo punto di vista). Insomma, io mi limito a sperare che il petrolio resti a prezzi alti, per abbastanza anni ancora da innescare completamente la ricerca scientifica e commerciale di fonti alternative (i biocombustibili avevano avuto un accelerazione con la crisi del petrolio del ’73, per poi essere quasi abbandonati visto che il petrolio era tornato a livelli bassissimi. Ora, con il petrolio verso i 100 dollari al barine,non a caso e’ ripartita alla grande). Le rinnovabili vanno spinte al massimo, si creano in loco, non c’e’ trasporto e vengono stemperati tutti i rapporti geopolitici. Le sette sorelle non fanno piu’ paura a nessuno, da tanti anni le compagnie di stato ed altre hanno sottratto loro importanza, ad oggi le famose sette sorelle forniscono si il 24% del petrolio mondiale (comunque “solo” un quarto) ma hanno solo il 6% delle riserve. Le compagnie petrolifere sono oramai organi di stato o quasi, e nonostante non siano migliori delle antiche sette sorelle, un po’ di distribuzione di questo potere non puo’ che fare bene per ottenere degli equilibri geopolitici piu’ “equi”.

Un consiglio spassionato?
Leggetevi “Il Clima dell’Energia”, numero 6/2007 di Limes (www.limesonline.it) e fatevi un bel abbonamento annuale, costa molto poco, ma da veramente tanto in termini di informazione.

Limes: Il Clima dell’Energia

Forse non è più in edicola, o forse si, provate a cercare. Comunque sto leggendo il numero “Il Clima dell’Energia”, numero 6/2007 di Limes (il rifermento lo trovate qui). Come al solito sono tanti gli articoli e fa capire quali sono le politiche effettive per la gestion e dell’energia per i prossimi decenni, aiutando a capire perchè alcuni stati paiono fregarsene del possibile global warming. I giochi socio politici in ballo sono tanti, ma anche le promesse di nuove tecnologie danno il loro contributo, fra riserve di petrolio/gas/carbone, biocarburanti vari, nucleare e rinnovabili come sole, aqua e vento, il quadro è quanto mai complicato ed ogni stato deve aggiungere i problemi politici e sociali con i paesi vicini e non. Merita di essere letto, magari ne faccio un sunto in 50 righe appena l’ho finito di leggere!!! limes_climaemergia.gif

Fotovoltaico: una fonte di energia che nonostante tutto avanza

Il fotovoltaico, nonostante venga spesso indicato come antieconomico, continua ad avanzare, e più avanza più pare inarrestabile, proprio perchè in realtà pare essere già economicamente convenienete e lo sarà sempre di più in futuro. Come al solito in Italia abbiamo mollato anni fa, quando spingendo su quella tecnologia ora potremmo essere l’esempio per tutti ed all’avanguardia. Comunque il sole sull’Italia c’è, si spera che le ultime leggi vengano sfruttate, se non ricordo male gli incentivi sono corposi, per installare pannelli elettrici.

Fonte: Repubblica.it

Rapporto Greenpeace, nel 2030 energia solare per mezzo mondo
di ANTONIO CIANCIULLO

Pannelli solari
ROMA – Cresce da dieci anni a un tasso tre volte superiore rispetto all’incontenibile boom cinese. Catturerà 14 miliardi di euro di investimenti entro il 2010. Arriverà a 300 miliardi di fatturato e a 6,5 milioni di posti di lavoro entro il 2030. È questa la fotografia del fotovoltaico scattata dal Solar Generation 2007, il rapporto di Greenpeace e dell’Epia (l’associazione dell’industria fotovoltaica europea) che verrà presentato domani alla Fiera di Milano.
Partito con tutta calma, come applicazione di lusso per le prime imprese spaziali, il fotovoltaico è sceso nell’arena industriale solo negli anni Novanta, quando le preoccupazioni per il cambiamento climatico hanno cominciato ad assumere concretezza drammatica. Secondo previsioni condivise da importanti compagnie petrolifere, arriverà all’appuntamento con il dimezzamento delle emissioni serra fissato per il 2050 presentandosi come uno dei protagonisti della riconversione energetica: da oggi al 2030, grazie alla trasformazione diretta dell’energia solare in elettricità, si eviterà di sparare in cielo 6,6 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, quello che emette la Cina in un anno.

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Energy: A glass for houses that produce energy, insulate and clean itself!

I read about an interesting research, one of those pieces of technology that can revolutionize the world. I hope they move to production versions quick and without any government or companies trying to stop them.

Original article from: cens.com

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A research team led by Associate Professor Chin-huai Young of the National Taiwan University of Science and Technology`s Department of Construction Engineering has developed a unique kind of window glass with self-cleaning, electricity-generating, and thermal-insulation properties.

Young, who started the development project in 2003 with three graduate students, says “We`ve developed this glass out of concern for the environment.” The glass, which has patents pending in the United States, Japan, China, and Taiwan, gains its unusual functions via three layers of materials which are applied to its surface: a nanometer titanium-dioxide coating as a photocatalytic interface, a silicon film to serve as a solar cell, and an insulating film.

The team chief explains that the titanium-dioxide coating gives off O2 and OH when it is struck by ultraviolet rays, and that these elements break down organic substances that fall on the coating, and these substances are then washed away in the rain.

A one-meter-square solar-cell layer can generate up to 90 watts of electricity at noon on a clear day, and an average of 35 watts throughout the day, according to Young. On cloudy days, the figures are 30 watts maximum and 25 watts average. At that rate, Young says, “The system can generate 6.8 kilowatts of power per hour at a cost of only NT$10 per month.”

Exposed to simulated sunlight consisting of ultraviolet and infrared rays from a 1,250-watt lamp, the insulating layer blocks 90% of the heat and all of the rays. Only 7% of visible light can make it through. “We purposely let in some light so that the glass can be partly see-through,” Young explains. “Other insulating glass lets in an average of 63% of visible light rays and captures all ultraviolet rays, but it cannot keep infrared rays out completely. So heat builds up as light is continually absorbed.”

A miniature house equipped with this glass maintained an interior temperature of 25 degrees Celsius, despite being bombarded with 34-degree heat from the mock sun. Young claims that the little heat that gets in can be easily dealt with by a cooling system powered by the same window glass.

Before the new glass is put on the market, it will undergo two field experiments. The Ministry of the Interior has concocted a plan to build three-storey solar-powered stand-alone houses using Young`s glass as solar generators, and an experimental avant-garde house now under construction at the university will employ the new glass along with four other avant-garde technologies.

The stand-alone houses will have glass panels on their roofs to generate electricity, and they will be cooled by “earth tubes” that take in cool air from under trees and run it through underground tubes to outlets inside the houses.

Glass Panels and Earth Tubes

The eight-storey sail-like beam structure of the avant-garde building will be entirely covered with the new glass and will also utilize “earth tubes” which, Young says, will be laid 10 meters underground and deliver 25-degree air into the building.

There will be no batteries to store excess power from either of these two types of buildings, so power from the electricity grid will be used on sunless days and at night.

The eco-friendly glass project is being financed by the Ministry of Education out of an NT$50 billion (US$1.5 billion at NT$33:US$1) fund aimed at inspiring colleges to develop forward-looking technologies for local industries.

Young notes that the use of eco-friendly building materials is a rising trend all over the world and has already become standard in some advanced countries, such as Germany. “Germany is currently the world`s biggest market for solar panels,” he comments, “largely because the of the government`s generous offer to buy electricity form the private sector.” Young expects that a similar incentive in Taiwan would give his glass a big boost.

Young hopes to combine his glass with reinforced concrete into a standard building block, and a one-square-meter block now costs around NT$20,000 (US$606). This high price could hamper popularization, but Young hopes to bring the figure down to NT$7,000 to NT$8,000 (US$212-242), which, he says, is around the current price of a granite block.

The associate professor is upbeat about Taiwan`s ecological building materials industry because of the government`s “green building materials” policy. Under this policy, green building materials must make up at least 5% of the total interior area of a new building.

Dr. Chen Wen-ching, a senior engineer with the Energy and Resources Laboratories of the government-backed Industrial Technology Research Institute, predicts that eco-friendly building materials have the potential to take over 15%, or NT$30 billion (US$909 million), of the island`s building materials market.

Chen emphasizes that the promotion of eco-friendly building materials in Taiwan is critical, since the building industry accounts for a third of the island`s total energy consumption. The use of green recycled materials can help cut carbon dioxide emissions by at least 80% compared with virgin materials, he says.

(by Ken Liu)