Archive for the ‘ Scienza ’ Category

Il governo delle bugie e come regalare 450 milioni di euro agli amici

Leggo senza stupirmente di un’ennesima porcata del ministro Tremonti, e del governo di centro destra. Oltre a essere falsi nel chiedere e creare meritocrazia, ad esempio nell’Universita’, rubano spudoratamente soldi all’Universita’ stessa. L’esempio principe, e’ l’Istituto Italiano di Tecnologia, IIT, fondato nel 2003 da Tremonti e foraggiato fino ad ora con 450milioni di euro, per produrre 115 articoli in tutto (comprese comunicazioni a convegni, che gonfiano i numeri ma non hanno grande valore). In un paese che mette cosi pochi soldi nella ricerca, buttare 450 milioni per 115 articoli in 5 anni, e per di piu’ con sole 4 citazioni. In pratica un indicatore molto importante della validita’ dei lavori fatti, perche’ piu’ sono validi, piu’ i propri articoli sono citati da altri. In questo caso si arriva alla quota di 4 citazioni con 450milioni di euro. Vi lascio con l’articolo piu’ dettagliato, nel frattempo chi si fosse illuso che il governo del fare, della meritocrazia e dello stop ai fannulloni fosse finalmente arrivato, si puo’ rilassare e disilludersi, sono sempre gli stessi e sempre piu’ sfacciati.

Segue il testo, questo e’ il link originale!

(consiglio di andarsi a leggere i commenti, che sono di diverse persone del settore, molto interessanti ed illuminanti sulla vergogna di questi soldi letteralmente regalati).

Istituto Italiano Tremonti
È da almeno una settimana che rimastico questo post. E non mi decidevo mai a digerirlo. Perché non mi va di gettare ombre sul lavoro di persone di qualità e che stimo profondamente. Tanto per chiarire subito di chi sto parlando, è il caso di Roberto Cingolani, uno dei più brillanti fisici italiani, nanotecnologo e direttore scientifico dell’IIT.

Però la storia dell’Istituto italiano di tecnologia merita qualche riflessione. Tanto più oggi che il ministro competente, la signora Mariastella Gelmini, sbandiera ai quattro venti tutto ciò che sta facendo per ristabilire la meritocrazia nelle Università, la trasparenza nei concorsi, la valutazione nell’erogazione dei finanziamenti. Allo stesso tempo l’ineffabile ministro dell’economia – stretto nella morsa della crisi economica per cui non trova di meglio che togliere gli incentivi alle misure di efficienza energetica e ridurre il credito d’imposta per la ricerca industriale – continua imperterrito a finanziare senza alcun controllo una fondazione di diritto privato per la ricerca da lui stesso istituita cinque anni fa.

Correva l’anno 2003, quando la Legge 326, del 24 novembre, istituiva all’articolo 4 l’Istituto italiano di tecnologia. Il MIT italiano, andava dicendo orgoglioso il ministro dell’economia di allora, che è poi lo stesso di adesso. Con un finanziamento di 50 milioni di euro per il 2004, giusto il minimo per iniziare i lavori, e poi di 100 milioni alll’anno dal 2005 al 2014 (comma 10). Bei soldi, quando già la ricerca italiana navigava in acque bassissime e dannatamente torbide.

Il consiglio d’amministrazione comprende nomi nobili della finanza italiana, ottimi scienziati, collezionisti di poltrone che siedono nei consigli di mezzo paese, un ex rettore come Rodolfo Zich. L’IIT è presieduto da Vittorio Grilli, che incidentalmente è anche direttore generale del Tesoro. Il direttore scientifico è Roberto Cingolani, di cui ho già detto. Il direttore generale è Simone Ungaro.

Dalle informazioni reperibili in rete si sa che l’IIT è diviso in quattro unità: il Dipartimento di Robotica, Scienze Cognitive e del Cervello, cui afferiscono 36 ricercatori; il Dipartimento di Neuroscienze e Neurotecnologie, con 23 ricercatori; il Dipartimento di Ricerca e Sviluppo Farmaci, che ne ha 11; e infine, pure con 11 ricercatori, la Facility di Nanobiotecnologie. Ai ricercatori delle quattro strutture si affiancano 68 dottorandi. Molti sono stranieri – una mosca bianca, per l’Italia, che non riesce ad attirare ricercatori dall’estero nemmeno con la tagliola… – e tutti brillanti e con eccellenti curricula.

Essendo arrivati alla fine del 2008, secondo i miei calcoli a oggi sono stati investiti dallo Stato (da voi, se c’è qualcuno che non ha ancora capito chi è lo Stato…) 450 milioni di euro. E l’Istituto italiano di tecnologia ha restituito nove brevetti, consultabili in rete, di cui francamente non saprei valutare la portata, oltre a 114 pubblicazioni: comprendono pubblicazioni su riviste con ottimo impact factor e con impact factor meno ottimo, ma anche un discreto numero di comunicazioni a congressi, una cosa che gonfia i curricula ma in genere non prefigura rivoluzioni scientifiche. Da sottolineare anche, per correttezza, che del 2008 sono citati solo quattro lavori. Forse non c’erano i fondi per mettere on line i più recenti…

Insomma: la struttura dell’IIT è davvero d’eccellenza, e non c’è alcuna ragione di dubitare della qualità di chi ci lavora. E allora perché parlare dell’IIT? Lasciamolo lavorare…

Però (in questo paese i però piovono come meteoriti) qualcuno (io, anche se conto meno del due di picche) si chiede perché l’Istituto italiano di tecnologia debba sfuggire completamente alle regole di tutti gli altri enti di ricerca. E perché lì e soltanto lì si vanno a investire montagne di fondi quando l’Università, il CNR, l’ENEA e tutti gli altri enti di ricerca sono al soffocamento. Perché l’IIT non deve sottostare alle regole di trasparenza e di valutazione che si brandiscono come mannaie all’indirizzo di tutti gli altri?

Mentre nella famigerata Legge 133 congelava il turnover nelle università (poi ridimensionato dal Decreto 180, ma non del tutto) con una mano, con l’altra (art. 17) il mite Tremonti regalava il denaro della Fondazione IRI all’IIT: “A decorrere dal 1° luglio 2008, le dotazioni patrimoniali e ogni altro rapporto giuridico della Fondazione IRI in essere a tale data, ad eccezione di quanto previsto al comma 3, sono devolute alla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia”. E perché non alla Caritas, o al Comune di Catania (ops…)? E quante sono queste dotazioni? Peanuts, direte voi. Balle, direi io. Quante siano non si sa, ma dallo Statuto della Fondazione IRI si evince che il patrimonio di partenza era di 130 milioni di euro, che potrebbero anche essersi ingrassati, grazie a erogazioni e donazioni, contributi dello Stato e degli Enti Locali e via dicendo.

Ora, in quello che è diventato il DDL 1230, all’articolo 4 comma 345-decies, il Ministro dell’Economia sembra deciso a un nuovo colpo di mano in nome della scienza: “Con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell’economia e delle finanze è stabilita la quota del fondo, di cui al comma 343, destinata alla tutela dei soggetti di cui al medesimo comma 343 nonchè al comma 344, e sono altresì stabilite la quota del predetto fondo destinata al finanziamento della ricerca scientifica…”. Parla, il Tremonti, dei conti dormienti, ovvero i conti correnti che gli italiani non toccano per più di dieci anni. Quei conti, dopo dieci anni, vengono prelevati dal Tesoro. Si parla di uno o due miliardi di euro, non di spiccioli. E un giorno di questi il Tremonti ci dirà quale quota “del predetto fondo” sarà destinata al finanziamento della ricerca scientifica. La ricerca scientifica di chi? Volete scommettere?

Così mentre la signora Gelmini, con generosità commovente, decide di premiare i “virtuosi”, e il Tremonti, severo, dichiara che bisogna ritornare all’etica, l’altro Tremonti, il gemello scialacquone, decide d’imperio dove mettere fondi per la ricerca scientifica senza nemmeno consultare il ministro competente.

Giusto per un termine di paragone con l’abbondanza dei fondi al resto della ricerca, il 3 dicembre l’avvocato Gelmini ha firmato il bando per i Prin, i Progetti di Ricerca di rilevante Interesse Nazionale, che saranno finanziati nel limite massimo complessivo di 95.034.060 euro. Peanuts. Questa volta sì.

E qual è la morale della storia… Bah, i casi sono due: o l’Istituto Italiano Tremonti passerà alla storia per aver salvato il destino del paese trasformandolo da un livello di sottosviluppo tecnologico a improbabile guida dell’innovazione mondiale, e un bronzo del ministro fiero e benefattore campeggerà davanti all’ingresso in sella a un solido destriero; oppure, assai più prosaicamente, Tremonti ha trovato il modo di fondare un istituto che fa ricerca al servizio dei privati (e questo andrebbe anche bene, se solo fosse vero…), ma in cui i privati non devono mettere una liretta, salvo presidiare il consiglio d’amministrazione. Lo Stato paga (e siete sempre voi, me compreso…), l’istituto brevetta e qualcun altro poi forse fatturerà, incassando i dividendi.

Adesso qualcuno penserà che sono contrario all’ingresso dei privati nei centri di ricerca. No, avete capito male. Ce ne fossero di privati che vogliono la ricerca! In Israele la ricerca privata ammonta al 4 per cento del PIL, da noi allo 0,4. È per questo che la nostra industria ha una competitività ai limiti del patetico. E posso anche sopportare – a fatica – che per sostenere il sistema-paese (espressione che più brutta non si può) lo Stato si faccia carico di una quota di ricerca per favorire l’innovazione industriale. Anche se altrove funziona diversamente: l’anno scorso, giusto per citare il MIT, la BP ha contribuito a fondare la MIT Energy Initiative, mettendoci 5 milioni di dollari all’anno per cinque anni.

Ma quello che proprio mi pare intollerabile è che Tremonti decida chi, come e quanto senza passare dal via. Il mondo dell’Università e della ricerca si interroga finalmente su come essere meno baronale, più efficiente, più legato al mondo produttivo e lui, il filantropo, fa quello che gli pare.

update: tanto per avere conferme, oggi ritornano nelle news le gesta di tale Roberto Speciale (articolo corriere.it), generale della Guardia di Finanza che usava senza problemi aerei, elicotteri, auto e persone per spostare i suoi amici in zone di villeggiatura invernale, faceva partire aerei per portare pesce fresco alle sue vacanze con amici. Insomma un quadro vergognoso di uso della cosa pubblica, in particolare dei mezzi e personale della Guardia di Finanza, per gli affari proprio ed il proprio tempo libero, e accrescere la propria mania di onnipotenza. Una vergogna senza fine, ed infatti la cosa va perfettamente a braccetto con questo ignobile e vergognoso governo, infatti Speciale come promozione dopo aver lasciato l’arma è stato eletto al parlamento nelle file dello scandaloso PDL (Partito dei Ladri? no Partito Delle Libertà, certo che ne hanno del coraggio a darsi un nome del genere. O forse no, hanno ragione, Libertà si, le loro di rubare dai conti pubblici … scandalosi).
Eletto in quello stesso partito che ora al Governo predica la lotta ai fannulloni, alla sinistra che si spartisce l’università, la scuola e mille altre cose. Sono organici al sistema al 100%, hanno solo il potere mediatico per far credere a qualcuno di essere migliori.

Energia: La piú grande centrale termina solare attiva dal primo ottobre in Spagna

510.000 metri quadrati di pannelli e produce 50 Megawatt fino a 7.5 ore dopo il tramonto. Quando c’é la motivazione e l’intenzione di fare le cose, se ne fanno di incredibili. Questa poi forse non é nemmeno incredibile, é solo questione di volontá, ovviamente l’Italia dorme e parla di nucleare.

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Full Story from Spectrum.ieee.org

1 October 2008—A few weeks from now, the Andasol 1 solar thermal power plant in Andalucía, Spain, will begin charging the largest installation built expressly for storing renewable energy (other than the tried-and-true hydroelectric dam, of course). Heat from the solar thermal power station’s 510 000-square-meter field of solar collectors will be stored in 28 500 tons of molten salt—enough to run the plant’s 50-megawatt steam turbine for up to 7.5 hours after dark.

It’s pretty strange for solar power to generate electricity in the dark. Stranger still for a renewable-energy project is the fact that Andasol 1′s developers—German renewable-energy firm Solar Millennium and Madrid-based engineering and construction firm ACS/Cobra—believe the energy storage that makes the plant’s output more predictable will also make it more affordable. The developers say Andasol 1′s electricity will cost 11 percent less to produce than a similar plant without energy storage—dropping from 303 euros per megawatt-hour to 271 euros per MWh.

The lower cost of production is actually a by-product of Andasol 1′s energy-storage system, according to Paul Nava, a managing director of Flagsol GmbH, the Cologne, Germany–based engineering subsidiary of Solar Millennium that designed the plant. Nava says storage is a means of maximizing the net energy production from each plant and thus maximizes the revenues paid under Spain’s generous incentive program for renewable-energy generation. A feed-in tariff for solar thermal power pays 2.5 to 3 times the average power price for every MWh of energy generated for 25 years (though new rules will reduce the rate for future projects) but limits the capacity of qualifying facilities to 50 MW. Storage enables Andasol 1 to run its 50-MW turbine for more hours.

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10 Settembre 2008, una giornata storica per l’umanitá intera

Domani, in diretta streaming all’indirizzo http://lhc-first-beam.web.cern.ch/lhc-first-beam/Welcome.html si potrá assistere all’LHC First Beam!!! Il nuovo accelleratore di particelle del CERN di Ginevra, un progetto ciclopico sia per spese che come sfida tecnologica ed informatica. Per la sola raccolta dei dati generati dagli esperimenti fatti con questo accelleratore é stato creato un intero progetto ad-hoc per distribuire, memorizzare ed elaborare i dati generati in una rete mondiale formata da universitá ed istituzioni che hanno aderito. Il salto in avanti nella conoscenza della struttura stessa della materia e delle forze che la regolano potrebbe essere fortissimo e rivoluzionare teorie e tecnologie. Una di quelle cose da io c’ero!

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Energia: un rete planetaria di raccolta di energia rinnovabile

Global warming o meno, anche facendo finta che il riscaldamento del pianeta non sia dovuto alla nostra passione per la combustione, il punto é un altro. Basta con i combustibili fossili, di difficile estrazione, che vanno poi trasportati, lavorati, bruciati. Creano dipendenze regionali con conseguenti conflitti, lotte militari, e finte esportazioni di democrazia. Una rete planetaria di sfruttamento delle risorse rinnovabili darebbe energia per tutti 24 ore al giorno. Sole, aria, acqua, solo per cominciare, e usate bene il realtá basterebbero e avanzerebbero!

Segue la trascrizione dell’intervento!
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Can Machine be Conscious?

L’ultimo numero di IEEE Spectrum, riporta un interessantissimo articolo, anzi una serie di articoli, centrati sulla domanda, possono i computer essere coscienti? A parte una prima immediata risposta, che puó istitivamente far dire no, l’argomento é quanto mai vivo ed interessante. Da parte mia vorrei entrare in questo settore, almeno parzialmente, soprattutto se continueró a stare in ambiente universitario. Devo dire che andando ad approfondire il discorso, per gli addetti ai lavori, la risposta a questa domanda non é scontata, e coinvolge ovviamente la definizione di essere cosciente! Voi sapete cosa significa essere cosciente? Non é per niente facile, anche se intuitivamente potrebbe sembrare il contrario.
Comunque consiglio la lettura dell’articolo, senza farsi distrarre da ipoteti scenari ad oggi fantasiosi e a volte nemmeno ipotizzabili. Resta peró una base certa, una direzione promettente da perseguire, per ottenere se non una macchina con una coscienza, almeno macchine che possano usare livelli di intellingenza adeguati per affiancare, sostituire o migliorare l’uomo in compiti ad oggi non gestibili in autonomia da una macchina.
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Full text below.

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Micromega: nuovo interessantissimo numero sulla scienza

micromega_scienza.jpg Ho acquistato il nuovo numero di Micromega, contiene 2 volumetti, uno dei quali é veramente interessantissimo e ben fatto, e’ un Almanacco di Scienze (l’altro si intitola l’opposizione necessaria, e parla di politica. Per chi credesse che in Italia c’e’ ancora qualche speranza, puó essere interessante). Consiglio vivamente la lettura e chiunque voglia approfondire il rapporto fra Scienza e la Morale e la Religione. I nomi degli autori sono notissimi e il valore dei contenuti rispecchia le firme in copertina. Io credo che con il tempo scienza e la possibilitá che esista un Dio o qualche cosa di simile, siano sempre meno in rotta di collisione, e piú la scienza procede, piú segreti si conoscono ma piú affascinante diventa il perché delle cose. In pratica la scenza risponde alla domanda “come?”, mentre le domande “perche?” al massimo le sposta ma non le elude. E credo che dentro ai “perche?” irrisolti e che probabilmente non si risolveranno mai, ci sia sempre spazio per vederci un Dio, o qualche cosa del genere.

Testo preso da: http://temi.repubblica.it/micromega-online/micromega-032008/

Il secondo è invece un ricchissimo Almanacco di Scienze con autori italiani e stranieri che non hanno bisogno di presentazioni. L’Almanacco si apre con un testo del più importante linguista dei nostri giorni, Noam Chomsky, che confronta, ridiscutendole, le basi della sua ricerca con il pensiero evoluzionistico.
Come nasce la fede? Ci può essere moralità senza Dio? Fede e scienza sono antitetiche? Queste solo alcune delle domande con le quali si misurano e alle quali tentano di rispondere il Premio Nobel per la Fisica, Steven Weinberg, l’astrofisico Lawrence Krauss e il neuroscienziato Vilayanur S. Ramachandran.
Edoardo Boncinelli spiega invece perché la teoria dell’evoluzione, che pur sul piano scientifico è solidissima, stenta tanto ad essere accettata e raccoglie tanti nemici specie fra chi, come ci racconta Telmo Pievani, si sente minacciato da Darwin e brandisce i “valori universali” contro il presunto nichilismo e relativismo.
Sulla progettazione e la modificazione degli organismi e i confini della scienza si confrontano Richard Dawkins, l’autore dell’Illusione di Dio, e il biologo-imprenditore J. Craig Venter.
Perché l’uomo ha bisogno di sovrannaturale, dipende dall’evoluzione, è forse un adattamento specifico con un vantaggio biologico per la specie? A questo risponde il testo del neuroscienziato Giorgio Vallortigara.
Inoltre un saggio inedito in Italia di Stephen J. Gould che parlando di Nabokov, il famosissimo autore di Lolita ma al contempo rigoroso classificatore di lepidotteri, rivendica la vicinanza fra attività scientifica e creazione artistica.

Fecondazione “a 3″: un pò di informazione

Come sempre i quotidiani danno le notizie in modo assolutamente impreciso. Per non parlare di chi vuole solo mettere in cattiva luce. Parlo dei giornali che hanno parlato di embioni con 3 genitori, e che come sempre fanno un cattivo servizio di informazione. Ho appena letto questo post di Fabrisol, molto bel fatto e che descrive cosa è stato fatto nello studio menzionato, in modo capibile per tutti!
Si capisce come non si tratti assolutamente di un embrione con il DNA di 3 persone, ma semplicemente di usare il DNA di 2 persone, come normalmente avviene, ed una funzionalità cellulare di una terza persona, per evitare di utilizzare quella mal funzionante della madre. Vabbè leggete e capite voi stessi.

Allego sotto il testo completo del post!
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Inceneritori: altri legami con effetti dannosi, il Diabete!

Leggo e riporto da Repubblica.it, tanto per avere altre conferme sul fatto che gli effetti dell’incenerimento hanno cosi tante ombre da continuare a ricercare e capire, mostrando che perseguire nella loro costruzione è solo e puramente un politica di interessi (visto che poi non termovalorizzano proprio nulla, e chi li promuove come conveniente mezzo per produrre energia o non si è informato oppure è un bugiardo in malafede).

link originale: http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/scienza_e_tecnologia/diabete/diabete/diabete.html
E’ la tesi di due ricercatori della prestigiosa università britannica di Cambridge. “Adesso si deve investire in queste ricerche”
Diabete, un legame inaspettato con i veleni inquinanti delle città
di CRISTINA NADOTTI

ROMA – C’è un legame tra il diabete di tipo 2, quello che riguarda l’età adulta e la vecchiaia, e l’esposizione prolungata a composti organici velenosi. Sull’ultimo numero della rivista medica Lancet, due ricercatori della prestigiosa università britannica di Cambridge, sottolineano la necessità di investire di più negli studi su una possibile relazione tra i Pop, cioè gli inquinanti organici persistenti (per intenderci, quelli che si liberano anche dall’incenerimento di rifiuti e si insidiano negli organi degli esseri viventi) e la comparsa del diabete.

continua …
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Limes: Il Clima dell’Energia

Forse non è più in edicola, o forse si, provate a cercare. Comunque sto leggendo il numero “Il Clima dell’Energia”, numero 6/2007 di Limes (il rifermento lo trovate qui). Come al solito sono tanti gli articoli e fa capire quali sono le politiche effettive per la gestion e dell’energia per i prossimi decenni, aiutando a capire perchè alcuni stati paiono fregarsene del possibile global warming. I giochi socio politici in ballo sono tanti, ma anche le promesse di nuove tecnologie danno il loro contributo, fra riserve di petrolio/gas/carbone, biocarburanti vari, nucleare e rinnovabili come sole, aqua e vento, il quadro è quanto mai complicato ed ogni stato deve aggiungere i problemi politici e sociali con i paesi vicini e non. Merita di essere letto, magari ne faccio un sunto in 50 righe appena l’ho finito di leggere!!! limes_climaemergia.gif

Ricerca sugli Embrioni in Inghilterra: la chiesa attacca mentendo

Come al solito la Chiesa si scatena contro la ricerca, ma in questo caso mente, facendo passare per mostruosità una cosa che non è, e per farlo mente spudoratamente, usando le parole tecniche in modo sbagliato. L’articolo a seguire spiega in modo semi-tecnico cose viene chiesto di fare dai ricercatori Inglesi, in particolare alcuni passaggi (sotto riporto link e testo dell’intero articolo) “…Nessun ibdrido tra DNA umano e DNA animale ! E’ del tutto fantasiosa e fuorviante la presentazione sui media della creazione di individui mezzo uomo e mezzo animale, come nei miti: dalla sfinge, al minotauro alla chimera. …”
“… Innanzitutto le entità biologiche di cui stiamo parlando non sono chimere: le chimere vengono prodotte mescolando cellule embrionali di specie (o ceppi) diverse nei primi stadi di sviluppo, sono una tecnica corrente in ricerche di embriologia e, ad esempio, si impiegano per saggi di tumorigenicità. Non è possibile impiegare termini in libertà, in un senso gergale e colloquiale, quando si vuole salire in cattedra. …”

Link alla fonte: Lescienze.espresso.repubblica.it

Il falso mito degli embrioni chimera
Di Carlo Alberto Redi

L’autorità britannica per la regolamentazione della ricerca sulla fecondazione e l’embriologia (HFEA), dopo che il maggio scorso aveva bloccato le richieste di due ricercatori (uno del Kings College di Londra ed uno dell’università di Newcastle) per la creazione di embrioni ibridi ha ora, dopo una vasta consultazione popolare che ha approvato con il 61 per cento di consensi ed il 24 per cento di contrari queste ricerche, dichiarato che è pronta ad esaminare le due richieste. Questa è la notizia.

L’esito della procedura di valutazione non è ancora noto e può anche essere che le due richieste non siano considerate adeguatamente giustificate. Non sarebbe certo una sorpresa: in 18 anni di attività, l’HFEA ha approvato solo tre richieste di ricerche che prevedono la creazione di embrioni per la derivazione di staminali embrionali con la tecnica del “trasferimento nucleare”, e cioè l’introduzione di un nucleo di cellula somatica in un oocita umano privato del nucleo (la stessa tecnica che permette di clonare animali). È questo comportamento un segno di grande responsabilità e garanzia che nel vagliare le richieste dei ricercatori vengono tenute in conto con grande serietà ed attenzione anche le diverse impostazioni etiche che circondano im mondo della ricerca sugli embrioni umani.

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