Controllo di Dicembre: Peter Pan
Come riportato nel titolo, ho saputo oggi il referto della Tac di Dicembre e per farla corta è considerabile positivo!!! Conferma abbastanza il controllo di settembre anche se farò solo il 4 il colloquio con l’oncologo per i dettagli.
In pratica per chi avesse seguito i dettagli dei vari controlli, tutti gli elementi nei polmoni sono dimensionalmente stabili. La cosa positiva è che le metastasi sparse in giro, che sono quasi tutte escavate internamente, mostrano un aumento di questa cavità interna, che pare sia segno di avanzamento della necrosi, che è male per il tumore e bene per me. Mentre la massa grossa, rispetto ad un lieve calo a settembre è ora stabile. Dalla Tac non è possibile capire l’eventuale processo di necrosi, sarà quindi ora di parlare con l’oncologo di eventuali esami specifico come la PET, che al contrario della Tac può evidenziare lo stato di attività della massa tumorale.
Per il resto non ci sono nuovi elementi in giro per gli organi ne in testa, quindi bene, mentre la situazione delle ossa pare stabile.
Io continuo a sentirmi bene e sicuramente la terapia attuale sarà confermata, ci sarà solo da capire quando fare i controlli e con che esami.
E Peter Pan che c’entra? Poco, ma c’entra. Sono stato qualche giorno a Monaco e ci tornerò con mio fratello e la sua famiglia. Sono andato dalla Rosi qualche giorno e ne ho approfittato per fare un giro a piedi per il percorso che spesso avevo usato per i miei allenamenti, lungo il Wurm (ne ho approfittato per fare due foto al giro in questione, che metto sotto in una gallery)! Qualcuno ricorderà un post di qualche tempo fa, in cui la ripresa fisica post chemioterapia mi aveva ispirato un post in cui descrivevo la mia voglia di correre con un ipotetico allenamento sul Wurm. Il post era questo, e nel libro che stò scrivendo (per la cronaca è a buon punto, 85% e per ora ho avuto buoni feedback dai lettori test che ho assoldato fra gli amici) è diventato un capitolo, intitolato Peter Pan. Molto ispirato se non identico a quel post, lo riporto qui sotto perchè se al tempo avevo voglia di camminare, stare all’aria aperta, e sopratutto di tornare a sentirmi bene, adesso sento più forte la vera e propria voglia di correre.
Eccolo qua e sotto ovviamente il video della canzone che viene usata nel paragrafo per accompagnare il racconto di questo giro del mio circuito sul Wurm, nella periferia di Monaco!!!
La vita è rampicante e infestante, bastano poche boccate di ossigeno dopo l’apnea per risvegliarsi affamati, sognare in grande mentre si e’ ancora piccoli piccoli, pensare di essere indistruttibili mentre si e’ ancora mezzi devastati, e tutto questo perché nessuno ci impedisce di sognare e poi di ripartire un passo alla volta, e fare quel passo con il piglio di un leone, anzi una leonessa, visto che il lavoro duro nella savana lo fanno loro.
Sto espellendo le scorie dell’intossicazione da farmaci ed è un risorgimento continuo, oggi una passeggiata, domani due, lavorare sotto un albero in un parco da grande ispirazione e poi tornare a piccole abitudini di quando ci si sentiva indistruttibili anche fuori e non solo dentro.
Mettere le cuffie, lanciare la musica e se non si sta correndo non importa, lo sguardo e’ dritto verso la strada che ci sta davanti, il passo e’ solido anche se a completare le gambe c’è il bastone e quindi si vuole, eccome se si vuole.
Voglio lanciare il bastone ed iniziare a correre, sudare fino allo sfinimento, ma va bene anche camminare, chissà se chi mi vede passare capisce che nonostante il bastone mi pare di camminare con un passo solido come un cingolato.
Voglio tornare a fare una giornata di lavoro come tante altre, computer e le solite cose, ma già il coltello fra i denti, in attesa dell’appuntamento con il proprio fisico. Un lento infuso di carica mentale durante il rilassante svolgersi del lavoro da ufficio. In men che non si dica, pantaloncini e via al percorso amico.
Voglio essere lungo il Würm, periferia di Monaco, la canzone giusta che inizia e già mi fa pregustare l’atmosfera di battaglia. Me ed il percorso, un parco attorno ad un ruscello, tre chilometri e mezzo di sudore, curve, ponticelli, prati, bosco, piccole dunette, il tutto da fare parecchie volte.
Voglio concentrarmi solo sulla contrazione dei muscoli delle gambe, sul sangue che pompa, il fisico che gira come un pistone, una doppia curva sul ponte, spingi e piega e spingi sul ponte e poi piega nuovamente per uscire più veloce che in ingresso, rallentare è un po mollare e non c’è più appello, chi molla è perso, cunette sconnesse e si allunga la falcata per impattare nei punti giusti e sul campo aperto si resetta il cervello e la musica torna a dominare
…Now this is who we are

I’ll never know the answers

And I’ll always wonder why…
Voglio ancora risvegliarmi davanti al curvone per rientrare nel boschetto, vorrei farlo volando, ma va bene così, gli alberi che scorrono sulla vista periferica mi danno il mio momento da Peter Pan.
Forse volo veramente, e non credo proprio possibile che io stia invecchiando.
Ecco il secondo ponte, momento duro e per questo è facile sapere che fare.
Qualche centinaia di metri a fianco del ruscello, a meno di due metri dall’acqua, e la corta salita davanti ad aspettare. E’ corta e ripida e mi tira fuori altra energia per aumentare e prendere la rincorsa. Per la seconda volta in poco tempo volo nuovamente e mi sento indistruttibile, spingo, spingo, spingo, ed a metà salita le cosce bruciano, ma sono già in cima prima di tentennare, curvo a destra bruscamente, e prima di sentirmi vulnerabile e cotto ricado nelle braccia della musica che mi rigenera lungo la discesa.
…Now this is who we are

I’ll never know the answers

And I’ll always wonder why…
Voglio sentire il sollievo di correre in campo aperto, metri noiosi ma pacifici e veloci, dritto per dritto. Finalmente si pensa solo a correre con stile veloce ed economico, poche centinaia di metri che finiscono in fretta e siamo ben oltre la metà del giro, ce la farò anche stavolta, non ho dubbi, almeno per qualche secondo.
Rientro nel bosco con un altro ponte e c’è la parte migliore, curve leggere in continuazione,
piccole dunette da approcciare al meglio, qualche persona e cane da schivare, e mi accorgo di essere ancora indistruttibile.
Ogni tanto vorresti controllare per vedere se veramente le gambe toccano terra, e non spingi come una locomotiva solo perché sai che finirebbe solo per abbreviare tutto questo,
ma ricadi nella musica e prima di perdertici, dentro di te, per un secondo, pensi che forse si, dovresti spiccare il volo senza pensare alle conseguenze.
…Now this is who we are
I’ll never know the answers
And I’ll always wonder why…
Voglio essere nuovamente nel rettilineo opposto alla partenza, ancora bosco, il Würm stavolta sulla destra. Tutta dritta e l’ultimo ponte, allarghi bene e pieghi come una moto a destra, spingi nei 5/6 metri di ponte e ripieghi a destra per il rettilineo che porta alla ripartenza del prossimo giro.
Esci in spinta per non perdere velocità , asfalto sotto i piedi per pensare che stai recuperando senza rallentare di un passo, davanti puoi avere ancora una montagna di giri, o essere arrivato ma esiste solo l’adesso, il momento e si concede qualche cosa al proprio ego spingendo un po sull’acceleratore.
…But You have let me start again

I’d rather be called weak

Than die thinking I was strong.
Voglio sentire che sta per finire un giro ma che ce ne sarà un altro, e molto probabilmente
non finiranno presto. Allora finalmente sono un po indulgente con me stesso, devo anche fare il prossimo giro, e per farlo devo essere indistruttibile a lungo. E se le gambe non stanno staccate da terra non è niente, come mi ha urlato la canzone per molte volte, preferisco sentirmi dare del debole che fermarmi pensando di essere indistruttibile. Voglio finire il prossimo giro e nei primi metri del nuovo correre come se fosse l’ultimo, sentirsi indistruttibile è importante, ma sapere che per essere indistruttibile devi essere pronto a farne un’altro ancora, senza fine, è troppo importante per dimenticarlo.