Voglio Voglio Voglio

La vita e’ rampicante e infestante, bastano poche boccate di ossigeno dopo l’apnea per risvegliarsi affamati, sognare in grande mentre si e’ ancora piccoli piccoli, pensare di essere indistruttibili mentre si e’ ancora mezzi devastati, e tutto questo perche’ nessuno ci impedisce di sognare e poi di ripartire un passo alla volta, e fare quel passo con il piglio di un leone, anzi una leonessa, visto che il lavoro duro nella savana lo fanno loro
Sto’ espellendo le scorie dell’intossicazione da farmaci ed e’ un risorgimento continuo, oggi una passeggiata, domani due, lavorare sotto un albero in un parco da grande ispirazione e poi tornare a piccole abitudini di quando ci si sentiva indistruttibili anche fuori e non solo dentro.
Mettere le cuffie, lanciare la musica (e la canzone che metto sotto in allegato), e se non si sta correndo non importa, lo sguardo e’ dritto verso la strada che ci sta davanti, il passo e’ solido anche se a completare le gambe c’e’ il bastone e quindi si vuole, eccome se si vuole

Voglio lanciare il bastone ed iniziare a correre, sudare fino allo sfinimento, ma no va bene anche camminare, chissa se chi mi vede passare capisce che nonostante il bastone mi pare di camminare con un passo solido come un cingolato

Voglio tornare a fare una giornata di lavoro come tante altre, computer e le solite cose, ma gia’ il coltello fra i denti, in attesa dell’appuntamento con il proprio fisico, un infuso di carica mentale in salsa di rilassatezza di lavoro da ufficio, ed in men che non si dica, pantaloncini e via al percorso amico,

Voglio essere lungo il würm, periferia di Monaco, la canzone giusta che inizia e gia’ mi fa pregustare l’atmosfera di battaglia. Me ed il percorso, un parco attorno ad un rusciello, 3km e mezzo di sudore, curve, ponticelli, prati, bosco, piccole dunette e zone liscie, da fare parecchie volte, voglio concentrarmi solo sulla contrazione dei muscoli delle gambe, sul sangue che pompa, il fisico che gira come un pistone, una doppia curva sul ponte, spingi e piega e spingi sul ponte e poi piega nuovamente per uscire piu veloce che in ingresso, rallentare e’ un po mollare e non c’e’ piu appello, chi molla e’ perso, cunette sconnesse e si allunga la falcata per impattare nei punti giusti, e sul campo aperto si resetta il cervello e la musica torna a dominare

Now this is who we are
I’ll never know the answers
And I’ll always wonder why

Voglio ancora risvegliarmi davanti al curvone per rientrare nel boschetto, vorrei farlo volando, ma va bene cosi, gli alberi che scorrono sulla vista periferica mi danno il mio momento da peter pan, forse volo veramente, e non credo proprio possibile che io stia invecchiando. Ecco il secondo ponte, momento duro e per questo e’ facile sapere che fare, qualche centinaia di metri a fianco del ruscello, a 2 metri dall’acqua, e la salitella davanti ad aspettare, corta e ripida mi tira fuori altra energia per aumentare e prendere la rincorsa, e per la seconda volta in poco tempo volo nuovamente e mi sento indistruttibile, spingo spingo spingo ed a meta’ salita le cosce bruciano, ma sono gia’ in cima prima di tentennare, curvo a destra bruscamente, e prima di sentirmi vulnerabile e cotto ricado nelle braccia della musica che mi rigenera lungo la discesa

Now this is who we are
I’ll never know the answers
And I’ll always wonder why

Voglio sentire il sollievo di correre in campo aperto, metri noiosi ma pacifici e veloci, dritto per dritto finalmente si pensa solo a correre con stile veloce ed economico, poche centinaia di metri che finiscono in fretta e siamo ben oltre la meta’ del giro, ce la faro’ anche stavolta, non ho dubbi, almeno per qualche secondo
Rientro nel bosco con un altro ponte e c’e’ la parte migliore, curve leggere in continuazione,
piccole dunette da approcciare al meglio, qualche persona e cane da schivare, e sei nuovamente indistruttibile,
ogni tanto vorresti controllare per vedere se veramente le gambe toccano terra, e non spingi come
una locomotiva solo perche’ sai che finirebbe solo per abbreviare tutto questo,
ma ricadi nella musica e prima di perdertici, dentro di te, per un secondo, pensi che forse si, dovresti spiccare il volo senza pensare alle conseguenze,

Now this is who we are
I’ll never know the answers
And I’ll always wonder why

Voglio risvegliarmi ancora nel rettilineo opposto alla partenza, ancora bosco, il würm stavolta a destra, tutta dritta e l’ultimo ponte, allarghi bene e pieghi come una moto a destra, spingi nei 5/6 metri di ponte e ripieghi a destra per il rettilineo che porta alla ripartenza del prossimo giro, esci in spinta per non perdere velocita, asfalto sotto i piedi per pensare che stai recuperando senza rallentare di un passo, davanti puoi avere ancora una montagna di giri, o essere arrivato ma esiste solo l’adesso, il momento e si spinge un po sull’accelleratore

But You have let me start again
I’d rather be called weak
Than die thinking I was strong

Voglio sentire che sta per finire un giro ma che ce ne sara’ un altro, e molto probabilmente
non finiranno presto, allora finalmente sono un po indulgente con me stesso, devo anche fare il
prossimo giro, e per farlo devo essere indistruttibile anche per il giro dopo, e quello dopo,
e cosi via, e se le gambe non stanno staccate da terra non e’ niente, come mi ha urlato la canzone
per molte volte, preferisco sentirmi dare del debole che fermarmi pensando di essere indistruttibile,
voglio finire il prossimo giro e nei primi metri del nuovo correre come se fosse l’ultimo, sentirsi indistruttibile
e’ importante, ma sapere che per essere indistruttibile devi essere pronto a farne un’altro ancora, senza fine
e’ troppo importante per dimenticarlo

ps: chiedo umilmente scusa per l’italiano, data la formazione scientifica i miei pensieri escono cosi, fare troppe correzioni li renderebbe piu leggibili ma probabilmente poco fedeli a quello che mi passa in testa correndo o quando penso di volere tornare a correre