Lo Zen e l’arte di vivere con il cancro
Certo sarebbe un bel libro, peccato che non ci sia, anche se devo dire ho già potuto leggere dei libri che mi sono stati subito molto utili e mi hanno fatto ragionare e pensare nel modo giusto, almeno mi pare. Uno su tutti, “Un altro giro di giostra” di Tiziano Terzani.
Il concetto di distacco, la voglia di guarire senza estremizzare i comportamenti e senza “sclerare”, rendersi conto di essere tutti sulla stessa barca, che la nostra sofferenza non è ne migliore ne peggiore ne speciale, è come quella di tutti gli altri e tanti altri come noi, nello stesso momento stanno vivendo situazioni pure peggiori. Potrà sembrare strano a chi non ci è passato, ma aiuta. La testa ha bisogno dei suoi tempi e poi si trova un suo assestamento, conciliando la vita quotidiana, un passo alla volta, con i piani più a medio termine, che nel caso di un malato sono principalmente legati a fare le cure che danno più garanzie.
Finita la digressione sullo Zen ed il Cancro, che se solo sapessi scrivere, forse avrei già un paio di capitoli da abbozzare, l’ultimo mese l’ho passato a portare avanti i due concetti che dicevo. Vivere la vita giorno per giorno e portare avanti le cure che servono.
In particolare dopo la radioterapia fatta a fine anno per le vertebre C6-C7 del collo, fu scoperto che anche la L5 (basso lombare) era da trattare, e cosi 2 settimane fa ho fatto un’altra settimana di radio anche per quella.
Nel frattempo il 10 gennaio era iniziata la nuova chemioterapia. Devo dire che dal punto di vista degli effetti collaterali il primo ciclo non l’ho sentito praticamente per niente, il che aiuta a stare meglio. Questo mercoledì inizierò il secondo ciclo, spostato di una settimana per non sovrapporsi troppo con la radioterapia, che ha anch’essa degli effetti deprimenti sul sistema immunitario.
I fastidi all’esofago della prima radioterapia erano spariti in una settimana circa, meglio così.
Per condire il tutto ora mi hanno pure dato un bastone per le camminate, perchè c’è un osso nella zona lombare laterale destra, toccato dal tumore anche se non in zona di carico, ma limitrofa. Onde evitare eventuali rotture, meglio usare il bastone per scaricare un pò il peso. Vabbè si fa anche questa, anche perchè per ora cammino poco, la zona lombare, la L5 è anche infiammata dalla radioterapia, quindi mi si indolenzisce facilmente. Spero che con il passare del tempo possa migliorare il quadro e permettermi di essere più mobile.
Già mi è venuto in mente come fare un minimo di attività fisica, seppur leggera, riciclando un ottimo metodo usato per recuperare da un infortunio podistico. Cioè la corsa in acqua con una cintura galleggiante. Zero peso su gambe e schiena, si pedala/corre senza toccare il fondo della pisciana, devo solo trovare una piscina con acqua non troppo fredda. Non potendo fare ritmi intensi è facile sentire freddo.
Ora il prossimo appuntamento importante è il 14 Marzo, dopo il terzo ciclo della chemio, farò una tac di controllo per vedere che esiti stà dando. Me ne è stata fatta una anche la settimana scorsa, a quanto pare non ci sono “new entries” fra addome e testa, che ovviamente avendo un cancro attivo, non è mai scontato, quindi la prendiamo come buona notizia, e ce n’è bisogno.
La “gara” quindi ora è un pò in un momento di attesa, diciamo pianura, con la speranza di vedere un bel ristoro dopo la prossima curva. Corro lento ma corro, bisogna risparmiare energie e aspettare momenti migliori.
Ovviamente allego una canzone a tema, a volte mentre correvo mi piaceva ascoltare una canzone molto carica, direi pure cattiva, ma senza aumentare il ritmo, anzi tenendolo appositamente lento, solo per caricarmi, tenere il fisico rilassato ed al minimo mentre la mente si “rifocillava” e ricaricava per quello che avrebbe atteso dopo … e così ecco gli Atreyu, che diverse volte ho sfruttato in questo modo