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L’articolo su la Voce di Romagna

Come dicevo Elide mi stava preparando un articolo per la Voce di Romagna, sono stati velocissimi ed è uscito già stamattina!
Eccolo qui! Grazie a Elide, a me l’articolo è piaciuto, e mi è piaciuto che Elide abbia apprezzato e carpito diversi aspetti presenti nel libro!! Poi la foto messa anche in prima pagina è stato un gentile regalo, ero un po’ scappigliato, ma dovendo fare finta di essere uno scrittore, magari era anche meglio :D

clicca due volte per la versione in risoluzione leggibile!

Sogno di mezza estate e di come il passatore mi abbia salvato la vita (o almeno credo)

Nonostante per ora possa solo fare attività in piscina (17 uscite in piscina negli ultimi 20 giorni, pausa oggi. Direi bene, difatti sento già i benefici oltre ad avere preso un po’ di colorito) ancora passa nella mia testa quando, un mese e mezzo fa, gli amici podisti affrontavano il passatore e io non ero riuscito nemmeno a poter stare seduto in piazza del popolo a faenza per vederli arrivare. Ma il sogno di mezza estate resta, rifare prima o poi la 100km del Passatore, quanto sia realizzabile in pratica, importa poco. Credo che la voglia di farlo e la determinazione possano fare la differenza, forse, magari no, ma non lo posso sapere. Ma se saranno quelle a fare la differenza, meglio tenerle pronte e allenate. Nel frattempo rimembro il passatore 2010, le grandi emozioni che mi ha dato, e la sensazione, che poi fu alla base della nascita dell’ispirazione per scrivere il mio libro, che grazie al passatore io possa avere avuto più forza e determinazione quando la sfida si è fatta diversa, ma non meno dura. Allora mi viene voglia di condividere la parte di corsa del capitolo primo, che non a caso riguarda proprio quella corsa, a fine maggio del 2010, durante la 100km del Passatore!
Vi lascio alla lettura, il libro in cartaceo è ordinabile all’indirizzo , ed in digitale presso:

Un cartello nel buio (tratto dal libro “Lo zen, la corsa e l’arte di vivere con il cancro”

È un buio che ingoia tutto, ma un buio sereno, non cupo. Non sono al buio come quando da piccolo ne ero spaventato; quando a ogni passo fatto in casa a luci spente avevo la sensazione palpabile di avere qualcuno che mi stesse camminando dietro.
Ma ora dietro non c’è nessuno, e nemmeno quella sensazione.
L’odore di bagnato e l’asfalto che affidabile mi spinge avanti. Il prossimo passo sarà sommato esattamente a quello precedente e tutti i miei passi insieme faranno esattamente la distanza che voglio coprire, non mi posso sbagliare.
Sono forte. Mi sento forte. Ho voglia di continuare a sentirmi forte e dimostrare a me stesso che posso riuscire a usare la mia mente, per fare sì che questo fisico, la finestra che collega il mio io con questa realtà, possa fare una cosa forse impensabile, o almeno per me fino a ieri e tutt’ora per il senso comune.
La sfida l’avevo preparata duramente, sapevo di fare un salto nel buio, non sapevo se e quando avrei dovuto alzare bandiera bianca; sapevo però che per me era una sfida a due possibili risultati: arrivare in fondo o non arrivarci.
Tanti allenamenti: da stanco, da fresco, da felice, da deluso, motivazioni alte e momenti di demotivazione. Uscite veloci per tornare in fretta a lavorare, uscite lunghe per prepararsi a qualche cosa di simile alla grande sfida.
Neve, neve, neve, tanta neve, ma anche pioggia e fango. Imparare a lottare era stato naturale.
Questi mesi di preparazione mi avrebbero poi fatto capire che una strada lastricata e pulita è la via maestra per il fallimento.
Tanti chilometri da stanco. Dovevo fare tanti chilometri e fatti tanti chilometri, poi, dovevo farne altri. Dovevo arrivare a quel cartello, che sarebbe sbucato dal buio ed essere pronto ad andare oltre, continuare ancora.
Avevo trovato ogni appiglio mentale per fare di più anziché di meno. La sfida che preparavo sarebbe stata un unicum: niente esperienza precedente per sapere con certezza che ero forte abbastanza, di fisico e di testa, per sentirmi pronto. Quindi si partiva con le gambe dure, aspettando fiduciosi che qualche chilometro di riscaldamento le avrebbe sciolte e si arrivava alla fine senza che quel momento fosse arrivato. Però, nel frattempo, un altro allenamento sarebbe stato fatto, e un altro mattoncino della propria preparazione fisica, ma soprattutto mentale, sarebbe andato al suo posto.

Fra alti e bassi, momenti di esaltazione e momenti passati a testa bassa, concentrati sull’unico obiettivo immediato, quello di mettere la gamba sinistra davanti a quella destra e viceversa, ero arrivato in qualche punto non troppo lontano da quel cartello.
Era un po’ che lo aspettavo e quando sbucò, all’improvviso dal buio, la gioia fu tanta. Una ondata di pensieri, tutti gli allenamenti, tutta la fatica fatta, pensando a quel cartello, correndo un chilometro in più anziché in meno, perché poi quando sarebbe arrivato io avessi potuto continuare.
Sono a Brisighella, un piccolo borgo medioevale sulle prime colline romagnole. In centro paese passo il rilevamento di tempo che pensavo essere dei novanta chilometri dalla partenza di Firenze, cioè dieci chilometri dall’arrivo di Faenza. Gioia pura nel correre finalmente la Cento Chilometri del Passatore, una gara mitica nel mondo del podismo che non considera fuori di testa chi si cimenta su distanze così lunghe. Le gambe girano veloci, sono indistruttibile, anzi mi sento indistruttibile. Sono fermamente convinto che se mi venisse incontro un Tir che occupa tutta la carreggiata non avrei bisogno di evitarlo, potrei tirare dritto. Sento che niente mi può fermare.
Al passaggio per Brisighella noto il cronometro. Sono passate sette ore e diciassette minuti dalla partenza. Lascio un piccolo spazio alla vena competitiva, che ovviamente controlla i tempi. Provo ad aumentare un po’ il ritmo, le gambe rispondono ed è una ulteriore iniezione di energia. Mi convinco di poter correre gli ultimi dieci chilometri in circa quarantatré minuti che mi permetterebbe di terminare i cento chilometri in meno di otto ore di corsa.
È importante sentirsi forti e magari perché no a tratti anche indistruttibili. Ma dopo due chilometri dal paese vedo un cartello che arriva: novanta chilometri!
Contraccolpo. L’imprevisto è sempre dietro l’angolo.
Non è gravissimo in questo caso. Erano ottantotto chilometri fatti e non novanta; un filo di delusione mentale c’è, ma va bene così. Una piccola lezione a un prezzo in fondo molto basso. Sarò più paziente la prossima volta, devo tenere in mente indistruttibile, devo esserlo. Non penso più che potrò chiudere la gara in meno di otto ore, ma questa sfida è talmente oltre i valori cronometrici che non cambierà la sostanza.
L’odore della fine, l’idea di arrivare fino in fondo, il salto nel buio è una scommessa vinta. Arrivo a Faenza. I miei allenamenti, le mie fatiche, la cura del fisico, l’aiuto degli amici, il supporto e tifo di chi era per strada. Tutto insieme mi ha permesso di esserci, di godere di un momento di felicità pura. Felicità vera, soddisfazione piena. Sapevo cosa avevo fatto in termini di podismo, ma avevo il sentore di avere fatto, soprattutto, qualche cosa di rilevante anche per me, per la mia vita, quella presente e quella futura.

Libro finalmente disponibile: ordinate pure :)

Il libro è ora ordinabile, dopo averne cercato uno con lo stesso titolo, tanti mesi fa, quando ne avrei avuto bisogno io. Dopo avere avuto l’ispirazione per scrivere, averlo scritto e corretto. Dopo aver cercato un editore, ricerca che ancora procede silente (servono tempi biblici per un editore tradizionale) sono partito. E dopo la versione ebook, su amazon, finalmente il libro in carne (e ossa) grazie all’editore online youcanprint.it (isbn: 9788866189909, 12€ il prezzo di copertina). Lo vendo io stesso qui dal portale, grazie all’ecommerce dedicato che vedete qui sotto (cliccabile):

ps: Non vergognatevi di fara proseliti, è un libro che fino a che non dovesse intercettare la curiosità di un editore di un certo nome, resterà relegato a internet ed al passaparola, quindi, passate pure parola ;)

Inoltre farò delle iniziative insieme ai ragazzi di Vita al Microscopio. Loro faranno raccolte fondi dando il libro in cambio di una donazione e vi terrò aggiornati per sapere dove e quando saranno o se fosse possibile fare qualche cosa anche online.

– http://www.simonegrassi.biz –

Come potete notare dal sito ho previsto anche l’audiobook, scaricabile online oppure spedendo il CD. Sto ancora finendo di lavorare sulla copertina ma è ordinabile e lo potrete avere completo in pochi giorni, ancora in meno per il download in digitale.
Poi mi saprete dire se la mia lettura non è troppo male. Ma ho pensato che la lettura dell’autore, per quanto non possa competere con la lettura di un attore che lo fa per lavoro, possa però dare un qualche cosa all’audiobook. Quindi eccolo qui disponibile.

ps: per quanto riguarda me, i fastidi nevralgici continuano, ma gli esami anche confermano che il tumore è fermo, cosa molto importante. Ci vorrà pazienza per liberarsi di queste nevralgie, dovute al 99% ai danni pregressi nelle mie vertebre che ora (pur in fase di ripresa) premono sui fasci nervosi regalandomi fastidi inesistenti. Comunque farò un post di aggiornamento dedicato, spero prestissimo quantomeno di riiniziare a pedalare in casa e fare un po di lavoro in acqua! Non voglio proprio far mancare lo sport ancora a lungo a questo blog!

“Lo zen, la corsa e l’arte di vivere con il cancro” è ora pubblicato!!!

Alla fine ho deciso, e sono partito con la versione e-book del libro “Lo zen, la corsa e l’arte di vivere con il cancro”.
È già da ora accessibile su Amazon al seguente link:

L’ebook di “Lo zen, la corsa e l’arte di vivere con il cancro” su Amazon.it

Forse per qualche ora non sarà trovabile con la ricerca ma solo dal link diretto, ma tutto dovrebbe essere ok nei vari store .com, .it e anche gli altri nelle prossime 24/48 ore, anche ricercando per titolo o autore.

Come tutti i gli e-book su Amazon è possibile scaricarne una parte di prova oppure acquistarlo da un kindle o da computer scegliendo a quale device farlo arrivare (tipo kindle o ipad).

Per la copia cartacea ci sarà da attendere qualche settimane, spero poche. Se avete voglia di fargli un pò di pubblicità fra i vostri contatti è ovviamente una cosa gradita. Per chi volesse, non siate timidi nel fare una recensione su amazon. Inoltre ho inserito il libro in un programma speciale di Amazon, per cui da qui ai primi due mesi ci saranno delle giornate speciali in cui il libro potrà essere letto gratuitamente. Credo di poter scegliere io le giornate, magari avviserò qui nel blog quando dovesse capitare.

Insomma, alla fine il libro è pubblicato e sono ovviamente soddisfatto ma sarà ancora più bello avere in mano la prima edizione in versione cartacea. Comunque essere pubblicato, seppure in e-book, sul primo venditore di libri al mondo, è una bella sensazione.

Buona lettura a chi la volesse fare e non fatevi problemi e commentare poi qui lasciando il vostro parere. Dentro c’è anche quella storia che ho vissuto nel primo anno dalla diagnosi e che anche qui nel blog ho percorso. Anzi, alcuni dei post hanno ispirato le parti di alcuni capitoli oltre che le mie corse.
Molti delle parti di corsa sono state scritte anche all’esistenza di questo blog, che mi ha fatto da piccolo archivio per rammentare meglio le giornate e le sensazioni provate facendo determinate gare o allenamenti.
Insomma per chi avesse frequentato questo blog negli ultimi anni, nel libro certamente ritroverà un po del mio modo di correre e forse un pò dello spirito che mi ha accompagnato ultimamente, da quando purtroppo la corsa non è più protagonista.

Per la parte di fiction, a voi il giudizio, spero che questa storia parallela ma solo apparentemente scollegata vi possa intrattenere e possa servire a completare il resto del libro, come era mia intenzione nello scriverla.

Non posso non ricordare il post (che ora controllo essere datato 7 febbraio 2011, ecco il link) in cui evocavo la necessità dell’esistenza di un libro con questo titolo. Al tempo lo cercai io stesso fra i libri esistenti, con la voglia che ci fosse e potesse essere utile per rispondere ai tanti dubbi che quella mia condizione portava. Nonostante il titolo fosse in qualche modo presuntuoso sono contento che ora questo libro esista. Sarei molto contento se qualcuno, che come me nel febbraio 2011, avendone bisogno, possa trovare un qualsiasi beneficio in un momento di bisogno. Evenienze che non raramente capitano quando si affrontano momenti particolari della propria vita.

Compio 1 anno, nuovamente

Quando compii un anno per la prima volta, ovviamente non lo ricordo come momento, ma so che avevo appena rischiato di restarci secco. Perchè? Non si sa bene, avevo iniziato a stare poco bene, non mangiavo, avevano fatto diverse ipotesi, la piu accreditata delle quali era encefalite. Stavo sempre peggio, non a caso ho scoperto questa cosa guardando un giorno, tantissimi anni fa un album di famiglia, dove avevo delle foto completamente rasato e poi una in particolare con l’aloncino chiaro agli angoli, il suo scopo era chiaro e lampante. Arrivai, a quanto mi è stato detto, fino ad avere l’encefalogramma praticamente piatto anche se non so per quanto. Poi la rinascita, tornai a mangiare e la vita risbocciò. Oggi faccio un anno nuovamente, il 19 Ottobre 2010 un dottore in un ospedale di Monaco entrò nella mia stanza, mettendo fine alla mia prima (o forse era già la seconda) vita.
Qualche visitatore del blog ricorderà che tempo fa stavo notando la mancanza di un libro dal titolo “Lo Zen e l’arte di Vivere con il Cancro”, bè ho preso coraggio e da un paio di mesi sto scrivendo qualche cosa. Se finirà per essere un vero libro o un insieme di pensieri e racconti (di malattia, di vita ma anche quelli di corsa non potevano certo mancare) si vedrà. Fortunatamente siamo nell’era del digitale, quindi in un modo o nell’altro finirà sul mio blog, cartaceo stampato da me, digitale, si vedrà, non è importante. Mi ci vorrà ancora un po, ma spero di non dover avere fretta.
Ecco dicevo di quel dottore, metto qui sotto il primo paragrafo di questo manoscritto che sto piano piano riempiendo, che riassume come successe che mi trovai in una nuova vita da un momento all’altro il 19 Ottobre del 2010!

Seduto nel letto con le cuffie, un po di musica e la semplice attesa, questo era un pomeriggio in ospedale, aspettando che i medici dessero un’occhiata alla Tac fatta la mattina. Dovevano capire come mai questi batteri polmonari non ne volessero sapere di farsi ripulire dagli antibiotici provati nelle tre settimane precedenti.
Non c’è attesa spasmodica, ma certamente si, c’è la curiosità di sapere di che si tratta per capire quante settimane mi serviranno per debellare il problema, sperando che questa resistente forma di polmonite non fosse troppo aggressiva.
Il dottore infine entra, cavo le cuffie e faccio per alzarmi, lui già mentre si prende una sedia per sedersi vicino a me, dice:

“We don’t have good news”

Siedo nel letto e aspetto la seconda ondata di informazioni, che infezione è?
Così grave? Penso! Ed il dottore pronuncia quelle parole che nell’arco di un secondo cambieranno, o meglio termineranno repentinamente la mia vita iniziata circa 37 anni prima.

“We think it’s Cancer”

E questa è una vera notizia negativa, non ci sono modi per girare attorno al concetto, non c’è modo di descrivere la sensazione. Cado dalle nuvole, non avevo seriamente pensato che potesse essere un cancro e questo mi ha reso indifeso contro un pugno nello stomaco, si virtuale ma allo stesso tempo dritto al segno, ko al primo colpo.
Mi rendo conto di sbiancare leggermente.

riesco solo a dire: “This is a news”
ed il dottore: “I understand”
e poi io, nuovamente: “I think I need to lie down”

mentre mi appoggio sul letto, semi sdraiato.

Ed ecco nato il nuovo me, generato e partorito dal me di 10 secondi prima, la stessa persona in tutto e per tutto, esperienza, idee, carattere, ma che deve ripartire da capo. Quel me spensierato e che non era riuscito nemmeno ad ipotizzare di poter avere una notizia del genere dal dottore, non c’è più.
Entro in un limbo, dal quale uscirò solo mesi dopo, certamente cambiato.
L’istinto reagisce in fretta, e subito infila le unghie davanti a sè, dritto nel muro che si è erto davanti all’improvviso, aggrappandosi con forza.

“Operiamo ed asportiamo?”
“Non è operabile, troppo grande e troppe metastasi sparse ovunque nei due polmoni”
“Radioterapia?”
“Non è possibile fare radioterapia, perché non può essere fatta in modo così massiccio e diffuso”
“Trapianto?”
“Non è praticabile in questi casi, nessuno ti metterebbe il lista”

Accuso il colpo, ma io mi sento bene, insomma non sto male. Ci sarà pure qualche cosa da fare. Sto appena alzando la testa dal primo ko, che arriva un altro dritto, il Dottore riparte:

“Ci sono una serie di macchie sulle vertebre, non sappiamo se sono una normale degenerazione ossea oppure se può essere altro, dobbiamo indagare.”
“Io corro tanto, negli ultimi 6 anni, da inizio anno ho fatto più di 2000km”
“Dobbiamo indagare, con queste masse nei polmoni, potrebbero essere metastasi ossee”

La quantità e importanza delle informazioni è tale che riesco a fare solo domande un po scontate, l’istinto cerca in prima istanza una via di fuga, un appiglio, come se fosse possibile avere una soluzione li, pronta ad essere usata, ma della quale i medici inspiegabilmente non si erano resi conto. Le unghie scivolano verso il basso, il muro non da appigli.
Il dottore infine se ne va, posso incontrarlo nuovamente verso le 4, quando la mia ragazza, Rosi, potrà essere presente. In modo da poter parlare in Tedesco, nel caso in cui volessi spiegazioni più dettagliate.

Rimango solo nel letto, “We think it’s cancer”, questa mi mancava. Mi sento pesante e leggero! Pesante perché sono arrivato in piena velocità in questa curva, e c’è un muro spesso e alto che blocca la strada, non ho potuto nemmeno frenare, mi ci sono schiantato dentro a tutta velocità!
Leggero perché si profila una sfida lunga e difficoltosa, e come tutte le sfide del genere sono quelle che danno senso alla vita, danno momenti di crisi nera e di gioia immensa. La vita mi concede un grande pericolo ed una grande opportunità, pesante e leggero mi avvio nel corridoio per telefonare alla mia ragazza, Rosi deve sapere subito.
E poi telefonerò a mio fratello. Non posso dire al telefono ai miei genitori che ho un cancro, per giunta in entrambi i polmoni, per giunta non operabile, per giunta con possibili metastasi alle vertebre. Dovrà andare lui di persona, e parlargli faccia a faccia.

ps: bè, dimentico la canzone in allegato e non mi dice niente nessuno ;) eccola qua, il tempo cambia tutto, ma oggi (anche ieri, domani chi lo sa) questa è la migliore canzone metal di sempre per correre … non si può spiegare, trascinante, epica, cattiva, veloce, poche pause e tanti crescendo, ruvida e melodica, mi scoccia solo averla scoperta da poco, non vedo l’ora di averla alle orecchie per un bel percorso collinare o boschivo e darci dentro a tutta.

Podista anche senza correre e nuovo controllo

Eccomi qua, ho latitato un pò, ma attendevo il nuovo controllo per fare un piccolo aggiornamento, venendo nuovamente a mancare la mia promessa di parlare anche di altro, oltre alla malattia. Devo migliorare.
Detto questo ho fatto un nuovo controllo, dopo altri 3 cicli di chemioterapia, per un totale di 6.
Il quadro non è ne negativo ne del tutto positivo, sempre stabilità nella massa più grossa nei polmoni, indice che comunque questa chemio degli effetti li ha dati e mantenuti, però ci sono delle metastasi che sono cresciute, dando quindi un segnale alterno.
Per le ossa il quadro è discreto, miglioramenti dove è stata fatta la radioterapia, e per il resto stabilità e qualche segno di miglioramento.
Quindi? Quindi ora si cambia cura, è ora di sfruttare la terapia legata alla mutazione EGFR, che potenzialmente può dare buoni risultati. Inizierò fra pochissimi giorni, ed il controllo sarà poi fra 8 settimane, per controllare l’efficacia.
Come sempre bisogna sperare bene ed essere fiduciosi che la terapia abbia effetto, che sia la volta buona di vedere anche una regressione!!!

Per il resto è arrivata l’estate, non me la posso godere facendo qualche bella corsa in canotta, ma certamente un pò di caldino e qualche camminata ed un pò di sole aiutano.
Per rimanere podista anche senza correre mi tengo un pò informato sulle varie imprese degli amici podisti ed ho anche approfittato dell’idea di un’amica del mondo del podismo, Luisanna, che mi ha detto, “Perchè non scrivi due linee per podisti.net”. Lei è venuta a sapere di me da poco, e lo ha fatto sapere ai gestori di Podisti.net, anche loro allo scuro dei miei problemi.
Allora mi sono preso qualche giorno e mi sono detto perchè no, e se anche potesse essere di aiuto a qualcuno con problemi simili o con conoscenti o cari che hanno un problema simile, mi ha reso la cosa più che sensata.
Ne ho approfittato per buttare giù una idea che avevo in testa da tempo, utile anche a me per mettere su carta un pensiero che lega la corsa a questa mia nuova situazione personale!!!

Mi riimpegno a dire che il prossimo post non sia dedicato a questioni mediche, e vi lascio con questa, chiamiamola, lettera aperta al mondo del podismo, che gentilmente gli amici di Podisti.net hanno pubblicato!

Perchè Corriamo? Ora lo so!

Ero un felice podista, contento di faticare per le strade, avendo iniziato come tutti per stare in forma e poi preso dalla passione per questo sport e anche dalle amicizie che si erano create dal nulla. In sei anni circa di podismo avevo preso coscienza di avere ricevuto molto dal podismo e da chi ci sta dentro e attorno, mischiando periodi di puro godimento della pratica sportiva a periodi in cui anche un po’ di sano agonismo mi aveva spinto a cercare di andare più forte o più lontano.
Continuavo a non avere una risposta sul perché correvo, di certo la forma fisica e delle belle giornate in compagnia erano già di per sé più che sufficienti.
E così fra una garetta, una maratona e qualche ultra, ero arrivato a correre fino alla piazza di Faenza. Era fine Maggio del 2010, quando un ragazzo in canotta e pantaloncini entrava nella piazza di Faenza stanco ma sorridente, e tagliava un bel traguardo. Tanta soddisfazione, tanti amici, momenti molto belli. La gara aveva preso senso proprio correndola, il sudore lasciato sotto al sole in Toscana, i dubbi sul poter finire una volta arrivato in cima alla Colla, la forza di volontà unità alla spensieratezza di essere lì grazie ad una passione a cui nessuno mi obbligava a partecipare. Tagliando il traguardo e nei giorni seguenti, tutto prendeva più senso, e la soddisfazione diventava più consistente e chiara. Mancava ancora un buco, nella fatidica domanda, perché, ma non c’era fretta di rispondere, la sensazione era che, qualunque fosse il perché vero, ci fosse e avesse senso.
E’ febbraio 2011, quando un ragazzo con collare, bastone e “bello imbottito” visto che fa freddo, attraversa, con tre amici, quella piazza di Faenza, passo lento, non è abituato ad usare il bastone, e poi non ha voglia di tossire troppo, cosa che gli capita se cammina troppo in fretta.
Si avvicina lento, al centro della piazza, stavolta in direzione opposta, andando verso quello che era il traguardo di Maggio dal centro della piazza. Percepisce l’ironia della sorte, pochi mesi prima era arrivato lì a piedi da Firenze, ora arranca e si stanca solo per attraversare la piazza, facendo fatica a stare dietro ai suoi amici che camminano.
Un sorriso viene spontaneo, né ironico né amaro, solo un sorriso, mi auguro lo stesso che ebbe a Maggio entrando in piazza nell’altra direzione.
Nel mezzo era cambiato tutto e non era cambiato nulla, qualche fastidio a settembre, una diagnosi pesante a ottobre, il colpo tosto di svegliarsi malato e contro un avversario che viaggia spedito. Il tempo di smaltire il colpo mentre si iniziano le cure, otto cicli di chemioterapia e qualche seduta di radiazioni, per aiutare, anche se bombardandoli, quei polmoni e vertebre che tanto bene avevano fatto il loro dovere negli anni precedenti.
Insomma, un bel po’ di notizie negative, ma in quel camminare lento nella piazza, aiutato dal bastone e bloccato da un collare, anche una nuova consapevolezza, sapevo che correre aveva un senso, e non solo per stare in forma. Ebbene sì, avevo maturato una nuova consapevolezza, prima presente ma non chiara, ma ora più nitida, i mesi di battaglia contro un ostacolo nuovo ed inaspettato, li avevo affrontati con la stessa forza di volontà del podista che corre da stanco, con la stessa dedizione di chi prepara una gara lunga con tanti allenamenti sotto la pioggia, al caldo, al freddo, quando stare sul divano sarebbe stato tanto più facile, ma in qualche modo sbagliato. Sapendo che non ci saranno né premi né gloria, lo si fa e basta. Ed infine con lo stesso sorriso sulle labbra di chi sa che chi ci sta attorno non se ne frega, ci applaude se arriviamo primi o ultimi, ci urla di non mollare perché tutti dobbiamo arrivare in fondo, e poco importa quanto ci metteremo.
Insomma, ora che sono a riposo forzato dal correre, ho capito fino in fondo perché correvo, non lo sapevo ma mi stavo preparando a questo nuovo ostacolo, a questa nuova gara. Prima o poi lo dirò agli oncologi, sentire il fisico sconvolto da 90km (ma anche meno possono bastare) di corsa ininterrotti, sono il modo migliore che conosco per essere pronti per stare a testa alta anche vomitando in un secchio mentre qualche osso ci fa male anche solo a spostarci di 10cm.
Morale della favola, podisti correte, siamo dei privilegiati, ci alleniamo per la sfida più ardua, e lo facciamo divertendoci e stando fra amici, che vogliamo di più?

Aumenta la pendenza, senza preavviso

Ho fatto poi il secondo ciclo di cure, avevo avuto 3/4 giorni piú tosti. Niente di clamoroso ma avevo assaporato gli effetti negativi di una terapia forte come la chemio. Passati quelli avevo recupero in fretta ed il fisico si era comportato bene. I parametri del sangue non erano calati troppo ed ero pronto ed iniziare il terzo ciclo. Purtroppo peró, volendo sempre fare un parallelo con la corsa, in questa gara hanno cambiato il percorso senza preavvisare e sono arrivati due aumenti di pendenza non graditi. Dopo il controllo, prima di iniziare il terzo ciclo, é venuto fuori che la chemio non sta dando gli effetti voluti, e quindi mi é stata sospesa, per iniziarne al piú presto un’altra. Secondo aumento di pendenza, c’é un interessamento di alcune vertebre. Da podista che devo dire, polmoni e vertebre, manca che mi trovino una metastasi alle scarpe e cosí mi ha toccato le 3 cose piú importanti. Vabbé, battute a parte si deve andare avanti. Anche al passatore la pendenza aumentava prima della colla e non finiva piú, avevo sete ed ero disidratato e non avevo l’acqua, avevo caldo e non c’era modo di smettere di sudare, ma ho tenuto duro e inaspettata é sbucata una fontanella in un tornante, e quando pensavo a fare solo un passo dietro all’altro a testa bassa, era arrivato, oramai inatteso, l’ultimo tornante ed avevo scollinato.
Unica nota positiva, sono rientrato in Italia, visto che avrei poi avuto problemi ad avere ulteriori permessi per curarmi in Germania. Sono a Cesena da ieri, dovrei entrare in un buon centro a Meldola, proprio vicino a Cesena ed iniziare subito la radioterapia per sistemare il discorso vertebre e insieme o subito dopo ripartire con la chemioterapia per il problema originario, ai polmoni.
Chiudo qui il resoconto, prometto che faró del mio meglio per dare qualche notizia migliore la prossima volta. Un pó di Police questo giro, come colonna sonora!!!

Bugie Bugie Bugie: L’incontenibile cazzaro di Arcore
Bullshit: The incredible lier of Arcore

Italiano (english below): Non me ne vorranno gli amici che lo hanno votato, ma il cazzaro di Arcore ha colpito ancora. Dichiara “Insediamento di Obama? Non andrò. Non sono una comparsa” “Io sono un protagonista”! Grande grande, peccato che non sia stato invitato, ne lui ne altri capi di stato, per prassi. Infatti vengono invitati gli ambasciatori e le mogli/mariti, e gli inviti non sono trasferibili. Bravo Scilvio, hai ragione, non sei una comparsa, ad una comparsa certe cazzate non le fanno dire!!!

English: Sorry for the friends who voted for Silvio Berlusconi, but the lier from Arcore (where he lives) did it again. He said (translated by me) “The Obama inaugural ceremony?I will not go! I’m not an appearance” “I’m a protagonist”! Great great, unfortunately he was not invited at all, like all the other prime minister of other countries. They use to invite ambassadors with the wife/husband, and the invites are not transferable. Well done Silvioz, you are right, you are not an appearance, to an appearance would not be allowed to say such a huge Bullshit!!!

Un’altra prova che PD e PDL sono sempre piú la stessa cosa

Si é vero non identici, dentro non ci sono persone tutte senza speranze o tutte con la stessa capacitá di fare i propri interessi, ma la differenza fra PD e PDL continua a decrescere e c’é appena stata un’altra dimostrazione, alquanto clamorosa. In una trasmissione televisiva Nicola Latorre (Vicecapogruppo PD al senato), Italo Bocchino (Vicecapogruppo PDL alla camera) e Massimo Donati (capogruppo IDV alla camera). Per farla corta Latorre da man forte a Bocchino, che pare accusare un pó l’arrembanza e gli argomenti di Donati, relativi alle nomine in corso. Latorre arriva a dare una nota a Bocchino, che da quella prende spunto per tornare alla carica e riprendere vigore contro Donati.
Ma noi italiani cosa aspettiamo a mandarli tutti affanculo a fare si che PD+PDL alle elezioni prendano lo 0.1%? Cosa dobbiamo aspettare di vedere che si passano i soldi dei pizzi per la TAV, gli Inceneritori, le opere in cui si spende il 300% del dovuto, aspettiamo che confessino? Svegliamoci, se non sono uguali, iniziano ad essere sempre piú indistinguibili, se la base, cioé la gente non inizia a pretendere, questi partiti non potranno mai avere stimolo a cambiare, tutto andrá bene fra spartizioni e ruberie!!!

Vi riporto un post su voglioscendere.it che ne parla, ed il relativo filmato con l’accaduto.

Istruttiva scenetta l’altra mattina a Omnibus, rilanciata da Striscia la Notizia. In studio, a La7, si discute della Vigilanza Rai con Nicola Latorre, vicecapogruppo Pd al Senato, Italo Bocchino, vicecapogruppo Pdl alla Camera e Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera. Bocchino, poveretto, non riesce a spiegare a che titolo il Pdl pretenda di scegliersi il presidente della Vigilanza. Ma, a levarlo d’impaccio, accorre Latorre: afferra furtivo un giornale, scrive alcune brevi note e le passa al presunto avversario. Bocchino legge e ripete a pappagallo: “Caro Donadi, non volevate Pecorella alla Consulta e noi l’abbiamo ritirato. Ora dovete fare lo stesso con Orlando”. Ora, a parte il fatto che Pecorella non può andare alla Consulta perché è un deputato, è un imputato, è l’avvocato del premier ed è autore di leggi incostituzionali (compresa una all’attenzione della Consulta), la Consulta c’entra come i cavoli a merenda: i giudici costituzionali li elegge il Parlamento coi due terzi dei voti, dunque la maggioranza indica un nome super partes e lo sottopone al vaglio dell’opposizione. Il capo della Vigilanza lo sceglie l’opposizione, tant’è che ai tempi dell’Ulivo il Polo indicò Storace e l’Ulivo lo votò senza fiatare. Tutto giulivo per il suggerimento (sbagliato) accolto, il suggeritore ha strappato il brandello di giornale e l’ha appallottolato. Forse perchè dimostra due cose. 1) Memore del caso Unipol, Latorre ha smesso di telefonare ed è passato ai più sicuri pizzini. 2) Anche Latorre, per strano che possa sembrare, serve a qualcosa: quando un berlusconiano è in difficoltà, lui lo soccorre.

ps: un altro post di Voglioscendere.it, fresco fresco, sempre sulla stessa questione, firmato da Peter Gomez.

Ora c’é pure il video con il cosidetto pizzino. Fa piú che altro ridere, ma lo metto tanto per completezza!!! Il fatto che Latorre nemmeno si sia premurato di nascondere il passaggio del giornale e abbia pure lasciato l’appunto in studio, fa capire come questi si sentano in una botte di ferro, qualsiasi cosa facciano hanno sempre tempo e modo per giustificarsi con trasmissioni e giornalisti ridicoli che remano dalla stessa parte del sistema PD-PDL.

Una settimana da ricordare, New York, la Maratona e l’elezione di Obama presidente!!!

La settimana a New York é stata lunga, mi é parso di stare la tantissimo tempo. Forse perché é stata piena, fra visitare la cittá, prepararsi per la Maratona, la serata di Halloween, correre la maratona. Poi godersi un pó di shopping (cosa che solitamente procrastino sempre, ma alcuni prezzi in dollari sono un vero affare). Infine le elezioni, correre con lo stemmino “Yes We Can, Obama ’09″, l’attesa a Times Square e la festa degli americani per la vittoria di Obama. Gli USA sono un paese pieno di diffetti, e molti tendono a esagerare tutto, enfatizzando comportamenti, accadimenti, tutto insomma. Nonostante questo la sera del 4 Novembre a Times Square c’era voglia di sperare in qualche cosa di nuovo, gli auguro che sia cosí, ovviamente. Certo se Obama fa il 20% di quello di cui ha parlato, resterá il presidente piú ricordato della storia degli USA.
A me rimane una settimana con un sacco di cose da ricordare con piacere, una settiman a lunga, mi é parso di stare a New York un mese intero! Salvo qui qualche foto, quelle della gara sono in un post precedente.

New York, varie

Serata delle Elezioni a Times Square, aspettando il risultato defitinivo!
E’ stato bello esserci e vivere l’atmosfera e l’emozione della gente. E’ capitato di essere a New York proprio il giorno dell’elezione presidenziale, ed abbiamo atteso a Times Square mentre arrivavano le proiezioni e conti parziali. Poi la notizia ufficiale, quando sono arrivate le proiezioni sulla California, e dopo diversi altri urli e boati per la Florida ed altri stati in bilico che stavano girando bene per Obama, il boato e la folla ha iniziato a fare tifo da stadio. Un’atmosfera incredibile sia prima e poi di festa dopo. A New York poi, stato sempre democratico, erano tutti per Obama e si tastava la voglia di uscire dagli 8 anni di Bush con un presidente che almeno dia la speranza di fare qualche cosa di diverso e migliore.

Due video di scadente qualitá girati con la mia macchina digitale, meglio di niente, di certo si capisce che era in corso una festa!!!

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